Impronta idrica - Water Footprint

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Consumo idrico: un kilo di carne ci costa 16mila litri di acqua

Categoria: Beni Comuni Tag:

Leggere le cifre impressionanti che riguardano l’acqua utilizzata per prodotti che consumiamo abitualmente è utilissimo per comprendere l’importanza di un bene che andrebbe salvaguardato, evitando gli sprechi.
“Usiamo molta acqua per bere, cucinare e lavare, ma ancor più per produrre cibo, carta, vestiti in cotone, etc. L’impronta idrica è un indicatore che consente di calcolare l’uso di acqua, prendendo in considerazione sia l’utilizzo diretto che quello indiretto di acqua, del consumatore o del produttore. L’impronta idrica di un individuo, di una comunità, di un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre i beni e i servizi consumati da quell’individuo, comunità o impresa.” si legge sul sito dell’associazione.

I numeri pubblicati dalla La water Footprint Network sono eloquenti:
L’impronta idrica della Cina è di circa 700 metri cubi all’anno pro capite. Solo il 7% dell’impronta idrica cinese ricade al di fuori della Cina.
L’impronta idrica del Giappone, di 1150 metri cubi all’anno pro capite, per il 65% ricade al di fuori dei confini nazionali, il che vuole dire che il Giappone ha un alto consumo di servizi e prodotti realizzati all’estero con risorse idriche straniere. L’impronta idrica degli USA è di 2500 metri cubi all’anno pro capite.




Il Prof. Arjen Y. Hoekstra, inventore dell’indicatore Impronta Idrica ha dichiarato che “I problemi legati all’acqua sono spesso strettamente collegati alla struttura dell’economia globale. Molti paesi hanno esternalizzato in modo massiccio la loro impronta idrica, importando da altri luoghi quei beni che riechiedono una grande quantità d’acqua per essere prodotti. Questo mette sotto pressione le risorse idriche dei paesi esportatori dove troppo spesso scarseggiano meccanismi finalizzati ad una saggia gestione e conservazione delle risorse d’acqua. Non solo i governi, ma anche consumatori, imprese ed ogni comunità civile può fare la differenza, affinchè si possa raggiunere una migliore gestione delle risorse idriche”.

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