Costituzione Italiana e Democrazia

Riforma costituzionale, Imposimato a Vado Ligure: "Un colpo di stato nel silenzio, spettro della dittatura"

Referendum: Oligarchia? NO, grazie!

Referendum: ecco le Ragioni del NO

Presidente Onorario Aggiunto della Suprema Corte di Cassazione

Ieri sera il presidente Onorario Aggiunto della Suprema Corte di Cassazione ha portato le ragioni del No per il referendum costituzionale in un incontro pubblico organizzato dal “Meet UP Amici di Beppe Grillo di Vado e Quiliano”

Oligarchia? NO, grazie!

Non è ver che sia la morte
Il peggior di tutti i mali;
È un sollievo de' mortali
Che son stanchi di soffrir
(Metastasio - Adriano in Siria III, 6)

“Cadute le linee di difesa del patto costituzionale, il popolo ora rimane l’ultimo depositario della legittimità costituzionale e l’ultima risorsa, l’ultima istanza in grado di salvare la democrazia rappresentativa del nostro Paese”.

I fatti di Grecia, di cui converrà parlare meglio altrove, lasciano intatte solo le opinioni degli europeisti dogmatici, ma per il resto mutano lo scenario, accelerano la possibile crisi politica dell’Ue e fanno da spartiacque per tutti. D’ora in poi qualunque forza politica che non si proponga (e proprio come “Piano A”) l’obiettivo strategico del superamento dell’Unione e dell’euro sarà, e senza più scusanti, una forza conservatrice quando non reazionaria: in ogni caso sarà una forza irresponsabile.

In questi drammatici giorni, la Grecia ha dimostrato, nella maniera più tragica, l’impossibilità per qualsiasi forza della cosiddetta “sinistra” di affrancarsi dalla gabbia dell’euro e di prendere pienamente coscienza che l’Unione Europea, e il coacervo di trattati sui quali si fonda, sono espressione del più becero neoliberismo, dal quale è assente ogni sia pur tenue traccia di democrazia.

Mentre Stati Uniti e Unione Europea discutono in gran segreto l’accordo di libero scambio, il famigerato TTIP, che sarebbe la fine ultima di democrazia, benessere e diritti sociali per l’Italia, nel suo ultimo articolo su the Project Syndicate il premio Nobel per l’economia J. Stiglitz scrive come questi che un tempo si chiamavano “accordi di libero scambio” oggi sono sempre più spesso considerati “partnership”.

Non si sente idealmente vicina ad alcun partito. Questo è il ritratto della maggioranza degli elettori italiani (52%) secondo un’indagine di Cmr Intesa Sanpaolo per La Stampa. A prendere sempre più piede sembra quindi essere il partito dell’astensionismo, o del potenziale astensionismo. Se più della metà degli intervistati ritiene di non avere niente in comune con l’ideologia di una formazione politica, il 48,5% delle persone sentite, ha espressamente risposto che non c’è alcun movimento da cui si sente meno distante.

Il TTIP, per farla breve, mira a creare un grande mercato unico tra l’Europa e gli Stati Uniti d’America, fatto di regole comuni e di abbattimento delle barriere, tariffarie e non, dove quel “non” significa probabilmente un’ulteriore diminuzione dei diritti dei lavoratori e un’ecatombe di Piccole Medie Imprese italiane, che non potranno più competere con le grandi multinazionali americane (quante sono, già oggi, quelle capaci di innovare?). E tutto per cosa? Per un incremento di appena lo 0,5% del Pil UE, parola di Commissione Europea.

La legge sulla tortura approvata il 9 aprile scorso dalla Camera è gradita al "partito della polizia" (la definizione è di Marco Preve). È netta la valutazione che Lorenzo Guadagnucci, giornalista, vittima dell'irruzione poliziesca alla scuola Diaz-Pertini di Genova nel luglio 2001 e autore per Altreconomia di “sTortura”, ha riproposto lunedì se

No, Sandro Pertini non avrebbe promulgato. E nemmeno Oscar Luigi Scalfaro. Ma che Sergio Mattarella non avrebbe avuto il coraggio di sfidare la clacque quirinalizia che è alla genesi dell’Italicum era ampiamente prevedibile.
Non si trattava di forzare la Costituzione e di prendersi poteri che non spettano al Presidente. Si trattava semplicemente di sfidare l’interpretazione dei corifei renziani e puntare sul significato autentico di questa legge che incide pesantemente sulla Repubblica parlamentare.

Se ce lo avessero raccontato anni fa nessuno ci avrebbe creduto.

Erroneamente si credeva che la democrazia fosse una conquista ormai acquisita, un punto d’arrivo da cui non era più possible tornare indietro. Evidentemente solo oggi comprendiamo l’errore in cui siamo caduti. Matteo Renzi e la parte del PD che purtroppo lo segue, hanno messo la parola fine alla forma repubblicana del nostro Stato.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la nuova legge elettorale. La riforma era stata approvata definitivamente lunedì 4 maggio con 334 voti a favore e 61 contrari (le opposizioni sono uscite in blocco). L’Italicum entrerà in vigore dal primo luglio 2016. Il presidente, secondo fonti del Quirinale citate dalle agenzie di stampa, ha promulgato la riforma senza porre note o osservazioni.

Con altri dieci giuristi e magistrati ho firmato un appello al Presidente della Repubblica, quale potere neutro al di sopra delle parti, perché non firmi la legge elettorale approvata con voto di fiducia da una composita maggioranza.

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