Un anno senza nucleare e senza blackout in Giappone

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Un anno senza nucleare e senza blackout in Giappone

Categoria: Energia Tag:

Un crollo di produzione unico nella storia “nucleare” del Paese: tutti i suoi 48 reattori sono rimasti spenti, senza che sia mai verificato un blackout, e le stime dimostrano che i giapponesi potrebbero raggiungere il traguardo del 40 per cento dell’elettricità grazie alle fonti rinnovabili già al 2020.

Agli sforzi dell'amministrazione Abe per riattivare il nucleare, si oppone la maggioranza dei cittadini giapponesi che - a fronte dei tragici rischi di questo tipo di energia- vorrebbe invece puntare il proprio futuro sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.
L'amministrazione Abe e l'industria stanno facendo pressione sulla Nuclear Regulation Authority (NRA) per velocizzare le richieste di autorizzazione per i nuovi reattori, come ad esempio quelli di Sendai, della Kyushu Electric, nella prefettura di Kagoshima, su cui la NRA dovrà pronunciarsi a breve.

Mentre il governo nipponico e la NRA sembrano ignorare la tragica lezione di Fukushima, i problemi sismici tuttora irrisolti e la mancanza di piani di emergenza efficaci, l'opinione pubblica è già orientata ad aumentare l'efficienza energetica e all’espansione delle energie rinnovabili.

Il nucleare è una risposta datata, inaccettabile per i rischi ambientali ed etici che pone: fissare un obiettivo nazionale concreto per l'efficienza energetica, le energie rinnovabili, e la riduzione di CO2, è l’unica chiave per ridare una spinta energetica. Non solo in Giappone.

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