Le infrastrutture italiane non rispondono più alle mutate esigenze di mobilità dei cittadini e il boom tecnologico spinge verso la creazione di una mobilità sempre più interconnessa, interoperabile e on demand. Occorre, quindi, fare riferimento ad un nuovo paradigma della mobilità. Da queste esigenze è nato il Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti (sintesi allegata in basso, pdf) realizzato dall’Eurispes e presentato a Roma, il 10 giugno nell’ambito di Citytech, contenitore d’Idee sulla Mobilità Nuova. A presentare il Libro Bianco, Carlo Tosti, Direttore Osservatorio permanente sulla Mobilità e i Trasporti dell’Eurispes e Luca Masciola, Direttore Scientifico del Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti.
"L’obiettivo – spiega Luca Masciola, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Eurispes sulla Mobilità e i Trasporti – è quello di dimostrare gli effetti sulla crisi del trasporto cittadino del cosiddetto urban sprawl, ovvero della estensione delle città con insediamenti a più bassa densità: il tasso di crescita dell’uso dei terreni a fini urbani, abitativi e infrastrutturali, disorganizzata quando non deregolata, ha generato negli ultimi decenni lo spostamento della domanda verso il trasporto privato su gomma a scapito del trasporto collettivo e pubblico, con effetti evidenti su traffico e congestione viaria e sui costi diretti del trasporto. Ed effetti meno evidenti, ma significativi, su quelle esternalità rappresentate dall’impatto ambientale, dalla bolletta energetica, dalla minor attrattività dei nostri territori urbani per nuova impresa ed eccellenze".
Questa prima edizione del Libro Bianco è dedicata in particolare al trasporto di merci e persone nelle tre grandi aree metropolitane del Paese: Roma, Milano e Napoli. La mobilità nelle aree urbane è ascrivibile solo al trasporto privato e a quello collettivo a corto raggio (nel quale però si collocano anche le mobilità regionali), il peso dell’auto di proprietà ha dunque una notevole prevalenza. In Italia si contano oltre 600 automobili ogni mille abitanti con i picchi costituiti dalle aree metropolitane di Roma e Firenze che ne registrano oltre 700 ogni mille abitanti.
Milano e Roma, due delle tre città campione selezionate dall’Eurispes per questo rapporto, si collocano all’interno dei primi dieci posti della classifica europea delle città più congestionate. Velocità medie anche inferiori ai 10 km/h, analoghe ai tempi della prima industrializzazione e tempi di trasferimento che raggiungono rispettivamente oltre 70 ore/anno per abitante per Milano e oltre 45 per Roma, si associano a una infrastrutturazione particolarmente deficitaria o, meglio, del tutto sbilanciata sulla viabilità stradale “generalista”. Tutto questo incide pesantemente anche nelle tasche delle famiglie italiane. Basti pensare che l’Eurispes ha calcolato che la spesa sostenuta dalle famiglie italiane per il trasporto privato è pari a circa il 13% del proprio reddito complessivo.
Fra le soluzioni proposte nel Libro Bianco c'è il riallineamento del tasso di motorizzazione ai livelli medi europei. In base alle stime Eurispes, ciò impatterebbe positivamente sulle esternalità ambientali, consentendo di ridurre, ad esempio, di 2,2 miliardi di euro i costi da congestione, di 5,7 miliardi di euro quelli da incidentalità (diretti e patrimoniali) e, infine, di circa 3,1 miliardi quelli da inquinamento. L’incremento di produzione di trasporto pubblico locale avrebbe poi il vantaggio di poter determinare condizioni di riequilibrio economico nel settore, consentendo una diversa e più sostenibile ratio tra costi fissi e costi variabili e un maggior interesse dei capitali privati ad investire nel business.
Un’altra possibile soluzione è rappresentata dagli itinerari semaforizzati preferenziali, dove sono possibili incrementi di velocità commerciale ben superiori, è stato stimato che un incremento di tale velocità del 50% (ad esempio da 14 a 20 km/h) consentirebbe un risparmio delle risorse impiegate sulle linee interessate del 30%, e si tratta normalmente di linee “pesanti”, con alta frequenza, tali da giustificare le spese di attrezzatura.
Il riequilibrio delle modalità di trasporto attraverso un approccio intermodale multidisciplinare - si legge nel documento - è ormai indispensabile. L’obiettivo principale deve quindi essere quello di identificare le variabili dello sprawal e proporre una modalità di valutazione della loro intensità nelle diverse aree metropolitane. Ciò renderebbe più semplice per le Amministrazione locali scegliere le soluzioni più adatte ai contesti, e più efficace la risposta di operatori e industria.
Tra le ricette possibili per uno sviluppo sostenibile del trasporto di persone e per la city logistics contenute nel testo dell'Eurispes, troviamo anche la realizzazione di centri di distribuzione urbana e di infrastrutture per la intermodalità (parcheggi di scambio, sistemi di infomobilità e monitoraggio e controllo delle percorrenze sulle maggiori linee di accesso e interscambio); l'introduzione di misure e regole di traffic management, non solo divieti di accesso ma time windows e road pricing, intermodalità ferro-gomma e privato-collettivo; il rilancio del bike e del car sharing, investimento sulla mobilità dolce; il conferimento a terzi privati di servizi a chiamata (con conseguente riarticolazione dei contratti di servizio tra Amministrazione pubblica e aziende private e municipalizzate); i sistemi integrati di bigliettazione e introduzione di card anche virtuali multicanale che prevedano sistemi premiali (sconti e promozioni) al realizzarsi di comportamenti virtuosi.
A corredare il Libro Bianco, l’indagine svolta presso gli utenti del trasporto che mira ad esplorare le abitudini dei cittadini rispetto agli spostamenti quotidiani, all’utilizzo dei diversi mezzi di trasporto, al giudizio sulla qualità del servizio offerto dal trasporto pubblico.
Una sintesi del Libro Bianco sulla mobilità è scaricabile da questo indirizzo qui il documento in versione integrale
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