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Nanomateriali in alimenti e bevande

Categoria: Alimentazione Tag:

Piccoli ingredienti, grandi rischi” è il titolo del nuovo rapporto dell’associazione ambientalista Friends of the Earth sulla diffusione dei nanomateriali negli alimenti. Rispetto al  documento del 2008, che segnalava otto nanomateriali presenti sul mercato statunitense, quello nuovo ne ha rintracciati 94,  utilizzati senza alcuna regolamentazione e senza alcun obbligo di indicare la presenza nell’etichetta. I produttori che utilizzano le nanoparticelle vanno da Kraft a General Mills, Hershey, Nestlé, Coca-Cola e Unilever. Tuttavia, produttori e prodotti possono essere molti di più, dal momento che non esiste alcun obbligo di dichiarare l’utilizzo di nanomateriali in alimenti e bevande, negli Stati Uniti, come in Europa.

Friends of the Earth ha raccolto i dati dall’Emerging Nanotechnologies Nanoproducts Inventory del Woodrow Wilson International Center for Scholars Project e da uno studio dell’Arizona State University. I due centri ritengono che i nanomateriali differiscono significativamente dalle particelle più grandi della stessa sostanza chimica, e per questo devono essere sottoposti a una valutazione di sicurezza come nuovi prodotti, anche se le proprietà della sostanza chimica da cui derivano sono ben conosciute. L’associazione ambientalista chiede ai produttori e alle autorità regolatorie governative di fermare questa diffusione incontrollata delle nanoparticelle in alimenti e bevande, in mancanza di maggiori garanzie sulla loro sicurezza per l’uomo e per l’ambiente, e in assenza d’informazioni per i consumatori.

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