C’è chi dice sì… agli OGM

Categoria: Esteri Tag: Alimentazione, Salute

Nathalie Moll, semplificando un po’, rappresenta la voce delle cosiddette “lobby pro-OGM” in Europa. È infatti segretario generale di EuropaBio, la potente testa di ponte commerciale delle corporation biotech nel Vecchio Continente. A poco tempo dall’approvazione della risoluzione europea che conferisce ai singoli Stati Membri ampia autonomia sul tema, lasciandoli quindi liberi – ma anche soli – nel decidere in materia di organismi geneticamente modificati, l’abbiamo intervistata, trattando un argomento ampiamente ripreso e approfondito nel dossier di copertina del numero di marzo appena uscito, sull’abuso di chimica in agricoltura.

La dottoressa Moll critica  velatamente – ma non troppo – l’applicazione del principio di precauzione europeo (“La mancanza di evidenza non costituisce in alcun modo evidenza di mancanza”)  e sembra voler mettere sull’avviso riguardo le potenziali conseguenze che potrebbe avere nei negoziati in corso sul trattato transatlantico sul commercio in discussione tra USA ed Europa (Transatlantic Trade and Investment Partnership - TTIP), e non solo. Suggerisce inoltre l’esistenza di un conflitto tra Stati membri ed EFSA (European Food Safety Authority), cioè l’agenzia che certifica i prodotti sicuri (come già il mais MON810) perlopiù verificando studi prodotti dalle compagnie stesse.

D - Qual è la posizione della vostra organizzazione rispetto alla decisione europea recente che consente agli Stati membri di limitare unilateralmente o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio, anche se autorizzati a livello comunitario? Ci sono aspetti del testo approvato che non piacciono in particolare a Europabio?

R - Noi crediamo che questa decisione sia una licenza a vietare la coltivazione di colture geneticamente modificate e dovrebbe essere considerata come un passo indietro per l'Ue. Essa consente agli Stati membri di respingere sulla base di ragioni arbitrarie e non scientifiche prodotti formalmente sicuri, approvati a livello europeo. Costituisce un cattivo precedente per il mercato interno, ma anche un precedente terribile per la regolamentazione su base scientifica in altri settori.

D - Pensa che il risultato della votazione segni una chiusura dell'Europa agli OGM o invece potrebbe prefigurare una futura flessibilità dei singoli Paesi membri in materia? Credete ci sia qualche stretta relazione tra la discussione e questo risultato di voto con i negoziati in corso per il TTIP? Quale, se mai?

R - L'effetto del voto del Parlamento sulla coltivazione GM in Europa è probabile che sia molto limitato, in quanto non prevede autorizzazioni aggiuntive di prodotti geneticamente modificati per la coltivazione e si limita a rendere più facile per gli Stati membri vietare prodotti sicuri approvati dalla Ue stessa. Oggi c'è una sola varietà GM approvata dalla Ue e coltivata in Europa, un mais resistente agli insetti. La scelta per gli Stati membri è molto limitata. Quindi per quanto riguarda la coltivazione di nuove colture geneticamente modificate e un eventuale futura flessibilità dei singoli Paesi, tutto dipende dal fatto che la Commissione europea inizi a sottoporne di nuove valutate come sicure al voto degli Stati membri, come richiesto dalla legge. Ci sono solo una manciata di colture GM per la coltivazione ancora pendenti nel sistema – 7 per la precisione – dopo che la maggior parte dei fascicoli è stata ritirata dalle nostre aziende associate, spesso a seguito di più di 10 anni di attesa.

Per quanto riguarda il TTIP, il voto del Parlamento europeo è strettamente legato alla coltivazione di OGM sul territorio europeo, mentre l’accordo Ue-USA riguarda i problemi del commercio. Quindi, non vi è alcun legame tra di loro. Più in generale, come confermato più volte da parte della Commissione europea, le leggi in materia di OGM non fanno parte dei negoziati del TTIP.

D - Nel periodo precedente al 13 gennaio voto, ha EuropaBio ha tenuto qualche iniziativa pubblica o ha contattato alcuni singoli membri del Parlamento europeo o ministri europei e i membri dei comitati interessati all’argomento per esprimere pubblicamente o privatamente la sua posizione in vista del voto?

R - Prima del voto abbiamo effettivamente partecipato a un paio di udienze e forum pubblici, in cui il tema della coltivazione di OGM è stato discusso con scienziati e gli agricoltori. Per quanto riguarda le riunioni della Commissione europea con le parti interessate, le informazioni sono disponibili al pubblico sul loro sito web.

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