La tutela e valorizzazione di un territorio e delle sue tradizioni culturali passa attraverso lo sviluppo socio economico della sua popolazione e il progressivo aumento del suo benessere. Se la valorizzazione è percepita dalle popolazioni locali come ricaduta positiva, allora le stesse popolazioni si adopereranno per migliorare e tutelare la fruibilità del territorio e conservare nel tempo le proprie tradizioni. Questo è quello che si sta cercando di fare negli ultimi anni con l’istituzione degli ecomusei. La prima a dotarsi di una legge regionale per regolamentare e promuovere la pratica degli ecomusei, già nel 1995, è stata la Regione Piemonte. Di recente anche la Puglia con Deliberazione della Giunta Regionale n. 48 del 29/1/2015 ha istituito l’elenco di ecomusei regionali previsti dalla Legge regionale numero 15 del 2011.
Sono nove gli ecomusei inseriti in questo primo elenco che per legge sarà aggiornato annualmente: due nel sud barese, sei nel Salento e uno nel foggiano.
Ogni ecomuseo ha diritto alla denominazione esclusiva e originale e a un proprio marchio esclusivo; questo il primo elenco degli ecomusei della Puglia:
1) Ecomuseo della Valle d’Itria (ambito territoriale: comuni di Aberobello, Cisternino, Fasano, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli);
2) Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra di Acquarica di Lecce (ambito territoriale: comune di Vernole);
3) Ecomuseo “EUB – Ecomuseo Urbano Botrugno” (ambito territoriale: comune di Botrugno);
4) Ecomuseo dei Paesaggi Culturali del Capo di Leuca (ambito territoriale: comune di Alessano);
5) Ecomuseo Museo Diffuso Castello d’Alceste (ambito territoriale: comune di San Vito dei Normanni);
6) Ecomuseo Valle del Carapelle (ambito territoriale: comuni di Ascoli Satriano, Carapelle, Ordona, Orta Nova, Stornara, Stornarella);
7) Ecomuseo Museo Diffuso di Cavallino (ambito territoriale: comune di Cavallino);
8) Ecomuseo del Paesaggio delle Serre Salentine (ambito territoriale: comune di Neviano);
9) Ecomuseo del Poggio di Mola di Bari (ambito territoriale: comune di Mola di Bari)
Gli ecomusei, quindi, sono luoghi attivi di sviluppo dell’identità collettiva e del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico. Questi sono organizzati nella forma del museo permanente la cui gestione può essere promossa da fondazioni e associazioni culturali, ambientalistiche e di conservazione del patrimonio storico, o che abbiano come oggetto statutario le finalità della legge regionale 15/2011. Si segnala che possono promuovere gli ecomusei anche gli enti locali singoli e associati, gli enti di ricerca pubblici e privati.
La rete degli ecomusei che si andrà a realizzare in Puglia permetterà di conservare, e in alcuni casi di ricostruire, le tradizioni delle popolazioni locali facendo rafforzare il loro senso di appartenenza. Recuperando la memoria storica di una vita passata si potrà rafforzare il legame delle relazioni fra ambiente naturale e ambiente antropizzato. L’ecomuseo rappresenta un vero laboratorio dove, con la partecipazione attiva e il coinvolgimento delle comunità, si recupererà il passato per tutelare l’ambiente e progettare azioni sostenibili per il territorio. Un laboratorio nel quale far emergere e potenziare il legame di valori e relazioni tra il territorio e le popolazioni. Legame che sarà a vantaggio anche dei tanti turisti che visitano una regione dai mille paesaggi e dalle tante tradizioni.
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