La lunga marcia dei trichechi: 35.000 spinti a riva dallo scioglimento dei ghiacci

Categoria: Ambiente Tag: Diritti Animali

ANCHE loro in marcia per il clima, proprio come è accaduto a New York a fine settembre in occasione del Vertice Onu. Non raggiungono i numeri della metropoli americana, ma 35.000 trichechi ammassati sulla spiaggia di Point Lay (Alaska), sono comunque una notizia. È la prima volta che un tale assembramento di questi animali, normalmente poco amanti della folla, si ritrova lontano dal proprio habitat. A farlo presente è la Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), agenzia federale Usa di monitoraggio sul clima e il meteo, che ha richiamato l'attenzione sul fenomeno. I trichechi infatti trascorrono d'abitudine il tempo sul ghiaccio marino che si forma dal congelamento delle acque di superficie. Si spostano tutt'al più tra un lastrone e l'altro, nuotando in cerca di cibo e risalendo poi per sonnecchiare.

Come si spiega allora questo esodo di massa? La colpa, spiegano gli esperti, è del cambiamento climatico: con l'aumento delle temperature i ghiacci che si sciolgono nel periodo più caldo dell'anno non riescono a riformarsi completamente quando cambia la stagione. Le statistiche del Wwf dicono che ogni decennio, dal 1979 al 2012, lo scioglimento dei ghiacci artici ha mantenuto ritmi del 3,5-4%. Lo spazio vitale dei trichechi e di altre specie marine sta dunque erodendosi progressivamente: non resta altro da fare, per questi animali, che cercare rifugio sulla terraferma, dove li abbiamo visti radunarsi in spettacolari quanto drammatiche immagini panoramiche. Era già successo nel 2007, nel 2009, nel 2011 e nel 2013 di assistere alla grande migrazione dei trichechi: mai, tuttavia, la diaspora aveva raggiunto queste cifre.

Gli esperti hanno invitato a seguire delle misure di sicurezza, per non danneggiare il branco. Curiosi, giornalisti o cacciatori devono girare alla larga, perché il rischio è di generare il panico fra gli animali già disorientati e nervosi. Anche il rumore dei velivoli in transito è fonte di pericolo: nel fuggi fuggi gli esemplari più deboli, soprattutto i cuccioli, potrebbero restare schiacciati. Ecco perché la Federal Aviation Authority (agenzia federale statunitense che regola l'aviazione civile) ha dato nuove disposizioni ai piloti: gli aerei dovranno volare a un'altezza minima di 0,5 chilometri dalla spiaggia, gli elicotteri, più rumorosi, a un chilometro. Intanto, mentre l'esodo dei trichechi accende un'altra spia sulle trasformazioni che la mano dell'uomo sta imprimendo alla biosfera, si tenta di tappare la falla valutando se inserirli tra le specie a rischio. Un'attenzione che non basterà, naturalmente, a restituirgli le isole di ghiaccio sulle quali hanno vissuto per milioni di anni.

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