Stando a quanto riscontrato durante lo studio, condotto su 602 partecipanti al Western Australian Pregnancy Cohort Study, composto di due parti: una scheda di consumo alimentare all’età di 14 anni, divisa tra cibo sano e cibo tipico dell’alimentazione occidentale, a cui è seguito dopo 3 anni (età 17) una serie di test svolti al computer per la valutazione della prestazione cognitiva.
In base ai risultati ottenuti i ricercatori hanno affermato come a un maggiore consumo di cibo “occidentale” intorno ai 14 anni corrispondessero peggiori valutazioni al termine dei test condotti una volta arrivati ai 17. Cibo spazzatura, carne rossa e bevande zuccherate avrebbero influito in maniera negativo, secondo il gruppo guidato dalla Dr.ssa Nyaradi, sulle prestazioni in termini di tempi di reazione, attenzione visiva, apprendimento, abilità mentale e memoria.
Chi ha invece seguito una dieta sana avrebbe mostrato al contrario risultati migliori, frutto secondo i ricercatori di un corretto fabbisogno di nutrienti. Ad alterare le normali prestazioni sarebbe in particolare lo squilibrio del rapporto tra omega-3 e omega-6.
Secondo quanto ha affermato la Dr.ssa Nyaradi tale rapporto dovrebbe essere di 1:1, 1 a 1, mentre la dieta occidentale lo sbilancerebbe verso un 1:20 o anche 1:25. La stessa Nyaradi ha poi concluso:
L’adolescenza rappresenta un periodo critico per lo sviluppo del cervello. È possibile che una dieta povera rappresenti un rischio significativo durante tale periodo. Ecco, i nostri risultati puntano in questa direzione.
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