Dopo l’annuncio, qualche mese fa, di voler ricorrere a carni sostenibili entro il 2016, la divisione australiana del colosso ha annunciato ieri una piccola rivoluzione per le galline ovaiole: non saranno più rinchiuse in gabbia.
Il tutto nasce dalla protesta dei gruppi animalisti locali che, da diverso tempo, stanno facendo pressioni sulla catena di fast food affinché tuteli maggiormente gli animali. Ieri la portavoce australiana Laura Keith ha confermato come tutte le galline impiegate per la produzione di uova saranno accudite in libertà dal 2017, con i primi esperimenti già dal prossimo anno.
Nel continente australiano McDonald’s dispone di 900 ristoranti, per un consumo l’anno di 91 milioni di uova, prodotte in batteria. I gruppi animalisti hanno più volte sottolineato come la costrizione in gabbia sia stressante per il volatile, poiché causa di dolore e sfruttamento. Dopo una lunga campagna giocata sui media e sui social network, l’azienda ha ceduto alle pressioni e ha deciso di consentire l’allevamento libero degli esemplari, che potranno presto razzolare su grandi distese d’erba per loro appositamente predisposte. Sempre la portavoce conferma come maggiori dettagli sui progetti verranno rilasciati nei prossimi mesi.
Non sono però tutti d’accordo nel seguire questa via, considerata più etica dall’opinione pubblica. A spiegarlo è Brian Ahmed, presidente del Victorian Farmers Federation Eggs Group, al Sydney Morning Herald:
Quella che gli animalisti hanno creato è un’immagine davvero ingannevole degli allevamenti. Ci sono alcune ricerche nel Regno Unito che mostrano come le galline libere siano meno in salute di quelle in gabbia: prendono più malattie, si feriscono e muoiono prima delle controparti. [...] La minaccia più grande è quella dell’influenza aviaria: più i volatili sono in ambienti aperti, maggiore è il rischio.
Mentre le associazioni controbattono sottolineando forse un eccesso di catastrofismo in queste dichiarazioni, la prova sul campo la si avrà già nei primi mesi dell’anno, quando McDonald’s avvierà i primi test. In particolare, si cercherà di ottimizzare la produzione in modo etico affinché si possano raggiungere gli standard attuali, poiché in libertà le performance della galline sarebbero più contenute rispetto alle gabbie.
Commenti
Aggiungi un commento