Cooperazione e comunicazione nel microcosmo

Per comprendere quelle spinte evolutive così mirabilmente guidate dalla collaborazione di cui si sta parlando, bisogna entrare nel microcosmo della vita unicellulare, microcosmo che, come si è già detto, costituisce l’infrastruttura su cui si basa tutta la vita macroscopica.
I batteri sono stati l’unica forma di vita esistente sulla terra nei primi due miliardi di anni, nei quali continuarono a trasformare la superficie terrestre e l’atmosfera, inventando tutti i sistemi chimici miniaturizzati essenziali per la vita: un’impresa che finora l’umanità non è ancora riuscita a replicare.
I batteri, trasferiscono abitualmente e rapidamente differenti frammenti di materiale genetico ad altri individui anche di ceppi molto diversi, e, in qualsiasi momento, ogni battere può utilizzare questi geni accessori i quali, alcune volte, vengono ricombinati con i geni originali della cellula.
La velocità di ricombinazione è di molto superiore a quella della mutazione e per questo i batteri riescono ad adattarsi a cambiamenti ambientali globali in tempi misurati in pochi anni quando esseri viventi non batterici impiegherebbero milioni di anni.
Di fatto, tutti i batteri del mondo hanno accesso ad un unico pool genetico e, pertanto, ai meccanismi adattivi dell’intero regno batterico.
Tutte le nostre nuove tecniche di ingegneria genetica, sono già usate da miliardi di anni dai batteri che di fatto, comunicando e cooperando tra loro mediante scambio di materiale genetico su scala globale, formano un “superorganismo” che rende il nostro pianeta fertile e abitabile dalle forme di vita del macrocosmo e in definitiva da noi esseri umani.
Simbiosi ed evoluzione
I batteri e la loro evoluzione sono così ricchi di significato che la divisione fondamentale tra le forme di vita sulla terra non è tra piante ed animali, come si suppone abitualmente, ma tra organismi costituiti da cellule prive di un nucleo ben definito, cioè i batteri (procarioti), e da organismi costituiti da cellule con un nucleo (eucarioti), cioè tutti gli altri esseri viventi, umani compresi.
E’ possibile leggere la storia dell’evoluzione dei batteri nell’arco di miliardi di anni grazie a numerosi ritrovamenti di batteri fossili. 
Questa documentazione fossile ci riserva non poche sorprese. La transizione biologica tra batteri e cellule nucleate è, infatti, talmente drastica quanto lo sarebbe il primo aeroplano dei fratelli Wright seguito a una sola settimana di distanza da un Concorde.
La scienza ha potuto dare una spiegazione definitiva di questa evoluzione così discontinua, la più spettacolare di tutta la biologia, solo con la scoperta e le successive comprensioni del DNA. 
Questa spiegazione si può riassumere in un'unica parola: simbiosi.
Per fare un esempio, le nostre cellule contengono degli organelli (mitocondri), che svolgono la vitale funzione di utilizzo dell’ossigeno: senza questi organelli noi non potremmo vivere.
Questi organelli hanno un loro DNA e si riproducono autonomamente rispetto al resto della cellula ed è ormai chiaro che sono i discendenti degli antichi batteri che nuotavano nei mari primitivi e che hanno inventato la respirazione dell’ossigeno. 
Ad un certo punto, questi batteri, probabilmente mangiati ma non digeriti da altri microrganismi, hanno fissato la loro dimora all’interno di cellule ospiti, provvedendo all’eliminazione delle scorie e al rifornimento di energia derivata dalla combustione di ossigeno.
Questi organismi “fusi insieme” si evolvettero poi in forme più complesse che respiravano ossigeno, fino ad arrivare a formare le moderne cellule che costituiscono i nostri corpi. 
Da questo tipo di alleanza simbiotica fra due organismi non si ottiene semplicemente la “somma delle loro parti”, ma piuttosto qualcosa di simile alla somma di tutte le possibili combinazioni di queste parti, spingendo l’evoluzione verso direzioni altrimenti inesplorabili.
La simbiosi spiega non solo l’evoluzione di organismi respiratori, ma spiega anche l’evoluzione delle cellule fotosintetiche delle piante tramite simbiosi di microrganismi con gli antichi batteri fotosintetici, e l’elenco potrebbe andare avanti.
Questo tipo di evoluzione simbiotica è stata osservata e sperimentata in laboratorio.
Questi processi simbiotici così spinti, naturalmente, non sono gli unici esistenti, noi membri del macrocosmo interagiamo costantemente con il microcosmo e dipendiamo da esso.
Alcune piante, ad esempio, non riescono a vivere senza la presenza di batteri azoto-fissatori nelle radici e noi stessi abbiamo bisogno di rigogliose comunità batteriche (i famosi fermenti lattici), per poter digerire il cibo, tant’è vero che un buon 10% del nostro peso secco è costituito da batteri indispensabili per la nostra sopravvivenza.