La legge elettorale

Fin dal 1946 il sistema elettorale era proporzionale e gli elettori potevano esprimere tre preferenze.

Il 9 Giugno 1991 un referendum popolare introduceva la preferenza unica per l'elezione della Camera. I promotori del referendum giustificarono la preferenza unica come sistema per porre fine alla possibilità di controllo malavitoso sul voto per mezzo delle combinazioni delle preferenze.

Il referendum popolare del 18 Aprile 1993 introduceva un sistema misto prevalentemente maggioritario per l'elezione del Senato.

Lo stesso anno 1993 la legge Mattarella (nota anche come "Mattarellum") configurava un sistema elettorale maggioritario, corretto da una sensibile quota proporzionale pari ad un quarto dei seggi di ciascuna assemblea. Ogni partito proponeva un unico candidato in ciascun collegio/circoscrizione e gli elettori potevano fare la croce sul nome del candidato per loro migliore o, almeno, del meno peggiore. Il voto di preferenza non c'era più però esisteva, almeno per la quota maggioritaria, un collegamento diretto e certo tra il territorio e i suoi rappresentanti in Parlamento.

Nel 2005 la legge Calderoli, chiamata "porcata" dal suo stesso estensore e quindi anche nota come "Porcellum", andando in controtendenza al risultato referendario del 18 Aprile 1993, ha modificato il precedente meccanismo misto in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze. Con questa legge sulla scheda elettorale sono presenti solo i nomi dei candidati premier e le liste sono bloccate.

Nel Giugno del 2009 si tenne un referendum popolare che avrebbe potuto modificare la legge Calderoli spostando il premio di maggioranza dalle coalizioni ai partiti ed abolendo le candidature multiple (lasciando impossibile l'espressione del voto di preferenza). Ma non si raggiunse il quorum e il "porcellum" rimase in vigore.

Il 4 Dicembre 2013 con la sentenza n.1 del 2014 la Corte Costituzionale ha bocciato due punti della Legge Calderoli: l'attribuzione del premio di maggioranza e le liste bloccate. La Corte ha lasciato vigente una legge elettorale proporzionale depurata da qualsiasi premio di maggioranza (il cosidetto "Consultellum"). Le Camere restano operative secondo il principio di continuità delle istituzioni. Ecco la sentenza della Corte.

 


2014 il Governo Renzi, con l'appoggio di Forza Italia, propone il cosidetto "Italicum". La Camera lo approva inizialmente il 12 Marzo 2013 e poi diventa la legge 6 maggio 2015, n. 52 (GU n.105 del 8-5-2015). È importante notare come questa legge valga solo per la Camera, dal momento che il Senato, in base alla riforma Costituzionale proposta dal Governo Renzi (vedi testo ufficiale e vedi testi comparati), non sarà più elettivo. Il sistema della legge elettorale Italicum è proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione vincente che raggiunge il 40% dei voti. Nel caso nessuna coalizione arrivi a questa soglia, ci sarà un secondo turno fra le prime prime due. Le liste sono ancora bloccate, ma decisamente corte, mentre rimangono in vigore le candidature plurime molto contestate.

  • Premio di maggioranza. La coalizione che conquista il 40% dei voti guadagna anche il premio di maggioranza, ottenendo 340 seggi (su 630, pari al 54%). Nel caso che al primo turno nessun partito raggiunga il 40% dei voti si procederá al ballottagio tra i due partiti più votati. I 340 seggi saranno assegnati a chi vincerá il ballottaggio. Soglia che non può essere superata. Se nessuna delle coalizioni ottiene questo risultato, si va al secondo turno tra le due prime coalizioni, la vincitrice ottiene i 340 seggi.
  • Soglie di sbarramento. Entrano alla Camera dei deputati solo i partiti che ottengono più del 3% dei voti a livello nazionale o quelli che, presenti solo in una unica regione vi ottengono almeno il 20% dei voti
  • Liste bloccate. L'italia é suddivisa in 100 collegi e in ciascuno di essi il capo lista viene eletto indipedentemente dalle preferenze. Pertanto 100 parlamentari saranno nominati dai rispettivi partiti, poichè i capi lista sono necessariamente eletti essendo fuori dal voto di preferenza.