Equivoci su Darwin

Come è stato accennato, le prime critiche alla teoria di Gaia erano basate sulla considerazione che l’omeostasi sarebbe possibile solamente tramite simbiosi dei vari organismi terrestri, i quali, non solo avrebbero dovuto collaborare attivamente, ma addirittura pianificare i loro interventi.
In realtà si è visto che la pianificazione non è assolutamente necessaria per l’omeostasi: essa è una proprietà emergente del sistema e le critiche sono state confutate sul campo.
Tuttavia, queste critiche fatte da eminenti biologi e la credenza popolare che l’evoluzione sia una lotta all’ultimo sangue in cui solo i più forti sopravvivono, suggeriscono la necessità di approfondire il tema centrale della simbiosi e della collaborazione, che si dimostrano invece essere le spinte evolutive più forti ed efficaci.
La “sopravvivenza del più idoneo”, un motto coniato dal filosofo Herbert Spencer (1820-1903), venne utilizzato dagli imprenditori della fine dell’Ottocento per giustificare miserabili pratiche come l’impiego di manodopera infantile, il commercio degli schiavi e il ricorso a condizioni di lavoro disumane. Distorto al punto da arrivare a significare che solo il più spietato vince nella “lotta per l’esistenza”, il concetto implicava che lo sfruttamento, essendo cosa naturale, era moralmente accettabile.
Darwin, in realtà, si era servito della frase di Spencer non per riferirsi alle abitudini predatorie o alla frusta del padrone, ma al fatto di produrre una discendenza più numerosa!
Idoneo, per l’evoluzione, significa fecondo; il punto vero quindi non è infliggere la morte quanto propagare la vita. 
La competizione, in cui vince il più forte, ha avuto molti più commenti da parte della stampa di quanti ne abbia avuti la cooperazione, ma certi organismi apparentemente deboli sono sopravvissuti sulla lunga durata in quanto membri di coalizioni, mentre altri, apparentemente fo
rti, non essendo mai ricorsi all’espediente della collaborazione, sono stati scaricati sul mucchio di rifiuti dell’estinzione evolutiva.