Tra le conseguenze delle emissioni di CO2, infatti, ci sono anche le alterazioni nel pH degli Oceani. Un fenomeno che si è già verificato nel corso della storia della Terra, portando all'estinzione di numerose specie marine. Ci sono stati però coralli, pesci e crostacei che sono riusciti a sopravvivere riducendo le proprie dimensioni di circa un terzo: un fenomeno che è stato ribattezzato "Effetto Lilliput".
Sembra che qualcosa del genere possa ripetersi in questi anni. I ricercatori hanno infatti preso in esame le specie marine che vivono in prossimità delle zone vulcaniche del Mediterraneo, dove il pH medio si aggira su 7.2, a fronte di uno standard di 8.1. Una condizione che potrebbe diventare la norma in tutto il mondo, se non si riusciranno a fermare le emissioni di gas serra di origine antropica. Le conseguenze sono tangibili: si perde il 30% della biodiversità e i crostacei che riescono a sopravvivere sono più piccoli.
Esaminandoli in laboratorio, è emerso che questi animali sono sottoposti a un maggiore stress metabolico. Ciò significa che si può parlare a pieno titolo di adattamento della specie e non di un fenomeno reversibile. Immaginando che qualcosa di simile si possa replicare a livello globale, le conseguenze saranno impossibili da ignorare. In primis per la biodiversità ma anche, fanno notare gli studiosi, per la pesca, i cui margini di profitto verrnno inevitabilmente erosi.
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