I cinguettii di cardellini, dei cormorani o delle civette; lo scorrere languido dei ruscelletti o il dolce dimenarsi delle fronde al vento. Tutte queste sensazioni di pace, benessere e relax naturale potrebbero essere ben presto ammutolite dal rumore artificiale dei rombi dei motori. O almeno questo è quello che – in soldoni – può sancire la Proposta di Decreto Legge (PDL) numero 124.
La modifica alla legge del 2008 – Il Consiglio Regionale della Lombardia ha presentato una proposta che va a modificare la «Legge Regionale 5 dicembre 2008, n. 31 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale” per quanto concerne sia gli aspetti relativi al patrimonio silvo-pastorale (art. 1, 2 e 3 del progetto di legge) che la viabilità agro-silvo-pastorale (art. 4 del progetto di legge)».
L’obiettivo di tale riforma è quello di recuperare quei territori che inizialmente sarebbero dovuti essere destinati all’agricoltura oppure i terreni edificabili a destinazione produttiva e che invece sono stati poi “colonizzati” spontaneamente da specie «arboree o arbustive». L’idea (art. 1) è di favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità e la competitività, favorendo appunto il recupero di terreni abbandonati.
Come specificato dall’articolo 3, si tratta di una “trasformazione d’uso del suolo” e non di una “trasformazione del bosco”: un confine labile, ma che di fatto dà il via libera all’edilizia di strutture, capannoni e quant’altro.
Di per sè il concetto può essere interpretato in maniera ambigua, perché se è vero che si cerca di favorire uno sviluppo sociale, è altrettanto vero che si sta autorizzando di radere al suolo una certa porzione di terra. La flora, ed anche la fauna, non possono che “ringraziare” questo provvedimento.
L’art. 4 e “l’insurrezione” ambientalista – Ma ciò che ha fatto più scalpore e ha generato l’indignazione dei gruppi ambientalisti è l’articolo 4: «con l’art. 4 si introducono nell’ordinamento regionale apposite disposizioni atte a consentire alle Amministrazioni Comunali l’organizzazione di manifestazioni con mezzi motorizzati, individuando percorsi o aree su cui poter transitare».
La levata di scudi è stata immediata: Associazione Parco Sud, Cai, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Lipu e Wwf Orobie Vive e Società Botanica Italiana si sono riunite e hanno chiesto ufficilamente ai Consiglieri regionali di non attuare questo PDL; il dito viene puntato contro questa che, a loro dire, nascondono prospettive ed orizzonti poco rassicuranti: manifestazioni sportive che deturpano l’ambiente e generano inquinamento, ma anche speculazione edilizia e la possibilità di circolare con moto e fuoristrada anche tra i sentieri storici. Insomma, una legge “ammazzaforeste”, come definita dalla stessa coalizione delle associazioni.
Perdonate il sarcasmo, gli animali almeno potranno vedersi un po’ di sport senza pagare il biglietto.
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