Sono la nuova frontiera delle Banche del tempo. Piccoli gruppi che raccolgono le esigenze degli “esperti” e degli amanti di un argomento e le rendono condivise tra tutti gli associati. La sperimentazione comincia dalla filiale della Banca del tempo di Niguarda, la prima a formalizzare i Gruppi di interesse. “Altro non è che un format che usiamo per rendere più interessanti le attività collettive – spiega Luigi Tomasso, direttore della Banca del tempo di Niguarda – Chi occupa un ruolo di gestione non può essere interessato di tutto, né conoscere tutto. I Gruppi di interesse aiutano a raccogliere interessi e a indirizzarli”.
Ne sono nati circa dodici quest’anno a Niguarda e il modello piace anche alla Cascina Cuccagna, altra filiale della Banca del tempo milanese. L’ultimo nato è un gruppo d’interesse di grafologia, dove un’insegnate tiene lezioni a piccoli gruppi di tre-quattro persone.
Il modello è sempre quello dello scambio di tempo: con le lezioni, l’insegnate si garantisce delle ore di credito con cui può “acquistare” attività svolte da altri associati. Gli “studenti”, invece, contraggono un debito pari alle ore di lezione ricevute. “Sarebbe stato più facile creare una struttura più dirigistica, ma non sarebbe stato nello spirito della Banca del tempo”, commenta Tomasso.
La filiale di Niguarda arriva in un anno a scambiarsi fino a 10 mila ore di attività. Piuttosto che attività individuali, con una persona che dà tempo e competenze e un’altra che riceve, sono sempre più diffuse delle attività di gruppo. “Come le city walking che organizziamo in primavera, delle passeggiate insieme per Milano”, aggiunge. In quel caso non ci sono debiti né crediti: semplicemente uno scambio di tempo trascorso insieme. “È la richiesta che va di più quest’anno. C’è sempre più bisogno di stare insieme”, conclude Tomasso.
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