ISDE Italia e ISDE Sardegna, Associazioni Medici per l’Ambiente, organizzano per domani 28 luglio 2015, il V Workshop Nazionale sulla Salute Globale su “Sardegna Terra Viva/Sardigna Terra Bia”. L’evento si svolgerà in Sardegna, presso il centro servizi del Nuraghe Losa, Abbasanta (Oristano) con la partecipazione del Premio Nobel Vandana Shiva, l’attivista e ambientalista indiana, leader dell’International Forum on Globalization e Presidente della Navdanya International.
Sono invitate le istituzioni locali, le associazioni, i comitati e i cittadini tutti. L’evento inizierà alle 18.00 con il saluto delle autorità locali, per proseguire con un intervento di Vincenzo Migaleddu, referente di ISDE Sardegna su “Le criticità ambientali, sociali e sanitarie della Sardegna”.
Poi Vandana Shiva affronterà il tema: “Manifesto Terra Viva: da una economia lineare di consumo ad una economia circolare delle risorse”. Il workshop si concluderà alle 20.00 con gli interventi di alcuni sindaci con una “Proposta per un manifesto: Sardigna Terra Bia/Sardegna Terra Viva”.
L’idea di dar vita a questo evento nasce dalla necessità di far conoscere la situazione ambientale della Sardegna. L’Isola, infatti, insieme alla Campania, è la regione dove si registrano le aree contaminate più vaste (in totale 445mila ettari in Sardegna e 345mila in Campania). A quanto pare non è la Campania la regione più inquinata d’Italia – nonostante il caso della Terra dei Fuochi – ma una per cui fino a poco tempo fa non si era mai sentito parlare di inquinamento, o almeno non in questi termini.
Ed è proprio questo lo scopo dell’iniziativa: mettere gli italiani a conoscenza dello stato dell’isola e dei problemi sia ambientali sia salutistici che ne derivano, affinchè dalla comune consapevolezza nasca la volontà di agire per cambiare la situazione. Un sardo su tre vive infatti in un sito contaminato, contro una media italiana di uno su sei: secondo l’Istituto Superiore di Sanità in 44 SIN (Siti di Interesse Nazionale per bonifica) si sono riscontati 10mila decessi per tutte le cause e 4mila per tutti i tumori in eccesso rispetto ai riferimenti regionali, dati che confermano il rischio sanitario esistente.
Sono oltre 35mila gli ettari di territorio sardo sotto vincolo di servitù militare e lo spazio di altri 200mila ettari di territorio circa è minacciato dall’approvazione dei permessi di ricerca per energia geotermica, per idrocarburi liquidi e gassosi e per altre forme di produzione energetica che entrano in competizione e/o marginalizzano le tradizionali attività agro-pastorali sarde.
Inoltre sono già stati depositati i permessi di ricerca per idrocarburi nel mare che interessano un’area estesa quasi quanto l’intera superficie dell’Isola. Ciò costituisce una minaccia per la biosfera marina di tutto il Mediterraneo occidentale e per le attività economiche basate sul turismo. Rimane ancora in sospeso il rischio essere scelti come deposito unico per le scorie nucleari.
Il paradigma economico proposto nel secolo scorso basato sull’estrazione lineare a senso unico delle ricchezze e delle risorse offerte dalla natura e dalla società dell’Isola, ha già messo in pericolo la resistenza, la stabilità dei territori e delle comunità. Serve riflettere su come promuovere azioni che riconcilino le attività produttive con i cicli della natura e con la salute e il benessere anche sociale delle popolazioni, evitando che prevalgano gli interessi finanziari e speculativi dei grandi gruppi.
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