Adattamento al cambiamento climatico: le città europee si organizzano | Video e documenti

Ondate di calore, eventi meteorologici estremi, periodi siccitosi e nevicate fuori stagione: le prime conseguenze del cambiamento climatico sono ormai una realtà conclamata e coinvolgono soprattutto gli ambienti urbani. Le città, di conseguenza, sono in prima linea nella ricerca di strategie di adattamento al climate change, ovvero di politiche e misure che consentano di affrontare le mutate condizioni e di gestire al meglio eventuali emergenze. Della dimensione dei cambiamenti climatici e della consapevolezza della necessità di doverli affrontare con strumenti di intervento nuovi e specifiche risorse relative alla dimensione urbana si è parlato nei giorni scorsi a Venezia, in occasione della conferenza internazionale "Il clima cambia le città", organizzata da Legambiente e Università Iuav.

Alla presenza di relatori europei e americani, ricercatori e amministratori locali tra cui Corrado Clini, direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Marino Zorzato, vicepresidente della Regione Veneto, il Rettore della Iuav Amerigo Restucci, il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia Gianfranco Bettin, sono state illustrate ricerche e studi che da New York a Stoccarda hanno mostrato i problemi degli impatti dei cambiamenti climatici e le strategie per farne fronte, e studi per comprendere cosa potrebbe succedere nel centro di Roma piuttosto che di Napoli o Milano se, come previsto dall’Ipcc, la temperatura media continuerà a salire nei prossimi anni con conseguente aumento degli effetti climatici estremi.

Studio Legambiente - Osservatorio meteorologico di Milano Duomo
Tra gli studi presentati, quello realizzato in collaborazione con Legambiente dall'Osservatorio meteorologico di Milano Duomo, ha analizzato i cambiamenti e i relativi aumenti delle temperature in nove città italiane (Torino, Milano, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo) dal 1961 ad oggi, valutandone anche gli effetti critici da un punto di vista energetico (con maggiori consumi per la climatizzazione) e dal punto di vista della salute, per la maggiore frequenza di picchi di calore nelle ore diurne, temperature calde anche nelle ore serali e disagio termico per l'afa e l'umidità.

Un esempio è l'aumento della mortalità avvenuta nella caldissima estate del 2003 (secondo il Ministero della Salute superiore al 50% rispetto ai dati medi in alcune città italiane) e pur non esistendo ulteriori monitoraggi, è evidente che l'aumento della frequenza dei picchi di calore sta determinando in intere zone urbane del nostro Paese condizioni di vita sempre più difficili, in particolare per le persone in età avanzata e per chi soffre di malattie croniche. Uno studio specifico su Milano ha evidenziato anche come dal 1961 ad oggi il numero di giorni con temperature massime diurne superiori ai 35 gradi e minime notturne superiori ai 25 gradi si siano concentrate per oltre l'85% tra il 2001 e il 2012 evidenziando, ancora una volta, la necessità di affrontare il tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulle città in modo innovativo e urgente.

Scarica il dossier "Il clima cambia le città"

L'Italia delle alluvioni
La seconda indagine, elaborata dall’associazione del cigno verde, ha messo in evidenza la vulnerabilità delle città italiane rispetto ad eventi estremi di pioggia avvenuti negli ultimi anni.
Le tendenze previste dall'Ipcc come conseguenza dei cambiamenti climatici e cioè l’aumento di fenomeni estremi e violenti quali alluvioni e trombe d'aria, fanno già parte della cronaca quotidiana del nostro Paese. La ricerca di Legambiente ha analizzato, nello specifico, l'alluvione e le esondazioni avvenute a Genova il 4 novembre 2011, il nubifragio di Roma del 20 ottobre 2011, l'esondazione del Seveso a Milano del 18 settembre 2010, la straripamento dei fiumi e le frane a Messina avvenuti l'1 ottobre 2009, tutti eventi accomunati dalla caduta di enormi quantità di acqua in poche ore (a Messina la metà dell'acqua che cade nell'arco di un anno, a Genova 1/3) con conseguenti danni in termini di vite umane e economici rilevantissimi che potranno, nel futuro essere limitati grazie a nuove strategie di adattamento urbano da mettere in campo al più presto, a partire da nuovi e più attenti ragionamenti sulla trasformazione del territorio e degli ecosistemi.

Scarica il dossier "L'Italia delle alluvioni"
Scarica gli atti della conferenza

Commenti

Aggiungi un commento

Plain text

  • Nessun tag HTML consentito.
  • Indirizzi web o e-mail vengono trasformati in link automaticamente
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.
CAPTCHA
Dimostraci che non sei una macchina :-)
Image CAPTCHA
Enter the characters shown in the image.