L’India ha annunciato un piano per costruire la più grande centrale solare del mondo, nella regione del Rajasthan, nei pressi del lago salato Sambhar. L’impianto si estenderà su un’area di 30 km quadrati di proprietà del governo regionale e di una ditta di produzione di sale e avrà una potenza di 4 mila megawatt di elettricità. I lavori saranno suddivisi in due fasi e dureranno in tutto sette anni, con un costo totale previsto di 3,2 miliari di euro.
EMISSIONI - L’India utilizza in media, ogni anno, 772 mila gigawattora, emettendo una notevole quantità di CO2 (1.970 milioni di tonnellate nel 2012) e posizionandosi come terzo Paese nella classifica mondiale, subito dopo Cina e Stati Uniti – nonostante ciò però la media di produzione di anidride carbonica è di 1,58 kg a persona, contro i 6,41 kg dell’Italia. L’impianto funzionerà per 25 anni contribuendo drasticamente a ridurre le emissioni indiane: secondo le stime fatte dall’Energy and Resources Institute di New Delhi, la centrale permetterebbe di tagliare oltre 4 milioni di tonnellate l’anno di CO2 equivalente.
COME QUATTRO CENTRALI NUCLEARI - Per dare concretezza al progetto il Paese ha siglato un accordo con sei aziende disposte a sviluppare il sistema che avrà una capacità energetica equiparabile a quella di quattro reattori nucleari. Attualmente l’India soddisfa il 67% del fabbisogno energetico attraverso il carbone, «per compensare questa dipendenza il Paese ha bisogno di una rivoluzione energetica pulita», ha detto A.N. Srivastava, a capo del ministero delle Energie rinnovabili indiano. Il progetto mira a ridurre i prezzi dell’energia solare e a limitare l’enorme divario tra la produzione e la domanda di energia che cresce di anno in anno (nel 2009 si trattava di 780 chilowattora pro capite, nel 2011 sono diventati 880). Infatti, il costo di produzione di un chilowatt è passato da 17 rupie (0,20 euro) nel 2011 a 7,5 (0,08 euro), ma l’energia solare rimane comunque più cara rispetto alle altre fonti di energia.
PRO E CONTRO - Come spesso accade, l’opinione pubblica si è divisa. I sostenitori del progetto, inserito nel piano quinquennale indiano sul cambiamento climatico, evidenziano come il sito scelto per la realizzazione della centrale sia da tempo inutilizzato. D’altra parte i detrattori hanno sottolineato come quella intorno al lago Sambhar, rientri nel gruppo di aree protette dalla Convenzione internazionale di Ramsar. Ma critiche sono arrivate anche dal Center for Science and Environment di New Delhi: la rete elettrica indiana, infatti, tocca principalmente i centri urbani, mentre meno della metà dei villaggi sono raggiunti, dunque sarebbe più opportuna, suggeriscono gli studiosi, la realizzazione di una serie di impianti di medie e piccole dimensioni, destinati per lo più a queste zone. Nei prossimi mesi il governo del Rajasthan inviterà a inviare le offerte per la realizzazione del progetto che confluisce nel più grande piano che il Jawaharlal Nehru National Solar Mission sta realizzando nel campo del fotovoltaico. Nel frattempo sono attesi altri accordi per la costruzione di impianti simili in altre regioni dell’India, che mira ad avere una potenza di 20 gigawatt di energia solare all’anno, entro il 2022.
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