Diritti Umani

3 milioni di firme contro il TTIP

Accordo TPP - Ambiente e clima in svendita?

Stiamo dalla parte giusta. Con l’Europa dei popoli

3 milioni di firme contro il TTIP

Dal 10 al 17 ottobre, forti dei 3 milioni di firme raccolte in tutto il continente, centinaia di migliaia di persone scenderanno in piazza per chiedere linterruzione dei negoziati sul TTIP e gli altri accordi di libero scambio.

Accordo TPP - Ambiente e clima in svendita?
Stiamo dalla parte giusta. Con l’Europa dei popoli

L’enorme Tam Tam dell’opinione pubblica attraverso petizioni, firme, mail e Tweet inviati direttamente da migliaia di cittadini europei ai parlamentari, ha sicuramente sortito i suoi effetti. Con la loro mobilitazione, più di 2 milioni di cittadini hanno chiesto a gran voce di ripensare i pilastri del negoziato in corso: arbitrato privato per proteggere i diritti degli investitori, cooperazione regolatoria fuori controllo, nessuna tutela per etichettature e standard dei prodotti, sicurezza alimentare, indicazioni geografiche e servizi pubblici.

Il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti  è un trattato di libero scambio che l’Unione Europea è chiamata a concludere con gli Stati Uniti. Questa trattativa, con la scusa di un’armonizzazione delle normative sul libero commercio, antepone il mercato e gli interessi privati a quelli della collettività e apre ad una riduzione degli standard sociali e ambientali. Le trattative sul TTIP si sono svolte finora a porte chiuse: Parlamenti nazionali e cittadini non sono adeguatamente informati su normative che potrebbero invece incidere sui loro diritti.

Un'etichetta che non si limita a riportare la dicitura “100% cotone”, ma che racconta anche la storia degli operai che in Bangladesh, Cambogia e Sierra Leone lavorano duramente in fabbriche dove non sempre i loro diritti vengono rispettati e la loro salute tutelata. E' la provocatoria iniziativa di Canadian Fair Trade Network con la campagna “L’etichetta non racconta tutta la storia”.

Il 19 maggio 2015 la Duma ha approvato in terza e definitiva lettura la legge sulle "organizzazioni indesiderabili", stabilendo sul calendario un giorno nero per la libertà d'espressione nel paese.

La legge consente allo stato di vietare le attività di organizzazioni non governative straniere o internazionali considerate una minaccia per "la sicurezza dello stato, la difesa nazionale o l'ordine costituzionale" e stabilisce sanzioni per i cittadini e gli organismi della società civile della Russia in contatto con esse.

L’Integrated Oil Palm Project, che verrà realizzato nella regione della Ruvu Basin, nella Coast Region, a 40 Km da Dar es Salaam, in Tanzania, prevede l’acquisto di terreni per 199.8 miliardi di scellini (111 milioni dollari) ma secondo  il portavoce della National Development Corporation (Ndc), Abel Ngapemba, per ora sono stati acquisiti “solo” 6.000 ettari e deve essere ancora avviato il processo di trasferire la loro proprietà all’investitore.  Ngapemba ha spiegato che «Il progetto ha bisogno di almeno 10.000 ettari di terreno».

Mentre Stati Uniti e Unione Europea discutono in gran segreto l’accordo di libero scambio, il famigerato TTIP, che sarebbe la fine ultima di democrazia, benessere e diritti sociali per l’Italia, nel suo ultimo articolo su the Project Syndicate il premio Nobel per l’economia J. Stiglitz scrive come questi che un tempo si chiamavano “accordi di libero scambio” oggi sono sempre più spesso considerati “partnership”.

Il TTIP, per farla breve, mira a creare un grande mercato unico tra l’Europa e gli Stati Uniti d’America, fatto di regole comuni e di abbattimento delle barriere, tariffarie e non, dove quel “non” significa probabilmente un’ulteriore diminuzione dei diritti dei lavoratori e un’ecatombe di Piccole Medie Imprese italiane, che non potranno più competere con le grandi multinazionali americane (quante sono, già oggi, quelle capaci di innovare?). E tutto per cosa? Per un incremento di appena lo 0,5% del Pil UE, parola di Commissione Europea.

E’ davvero evidente che la demonizzazione del nemico costituisce un meccanismo di difesa rispetto al negativo che rifiutiamo dentro di noi, come persone, ma anche come gruppi sociali, in quanto l’altro e gli altri si configurano come una realtà separata di deumanizzazione e distruttività. Anche la scuola ha dato inconsapevolmente, forse, il proprio contributo al processo di deumanizzazione quando ha esaltato il concetto di “identità nazionale”, dimenticando che siamo tutti cosmopoliti, cittadini del mondo.

La legge sulla tortura approvata il 9 aprile scorso dalla Camera è gradita al "partito della polizia" (la definizione è di Marco Preve). È netta la valutazione che Lorenzo Guadagnucci, giornalista, vittima dell'irruzione poliziesca alla scuola Diaz-Pertini di Genova nel luglio 2001 e autore per Altreconomia di “sTortura”, ha riproposto lunedì se

Secondo il leader tribali, i testimoni oculari e la missione Onu in Sudan, decine di persone sono state uccise e molte altre ferite durante i violenti scontri che dal 6 maggio oppongono le tribù Rezeigat e Ma’alia nello Stato del Darfur Orientale, in Sudan.

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