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Il valore economico della Pace

Immigrazione: i luoghi comuni da sfatare

Malala: «Finanziate 12 anni di istruzione per le ragazze in tutto il mondo»

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L'uso eccessivo della forza da parte della polizia e le proposte di inasprimento delle leggi repressive sono un chiaro esempio della determinazione con cui il governo di Madrid intende stroncare le proteste pacifiche. È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International in un nuovo rapporto sulla Spagna, intitolato "Spagna, minacce al diritto di manifestare".

ROMA - In India si consuma un dramma silenzioso. Nell'ultimo decennio migliaia di contadini si sono suicidati nello stato del Maharashtra. Si parla addirittura di 200 mila persone, il 70% nella regione del Vidarbha, un tempo conosciuta per i suoi abbondanti raccolti di cotone ed oggi diventata sinonimo di morte per i piccoli produttori. Sotto accusa la multinazionale statunitense Monsanto e l'introduzione di coltivazioni Ogm che, presentate come convenienti, hanno finito per trascinare i coltivatori nel baratro.

L’anniversario è il 24 aprile. È passato un anno dal crollo del Rana Plaza, un edificio a Dhaka, in Bangledesh, all’interno del quale numerose aziende tessili lavorano con terziste per marchi occidentali. Imprese che, spiega la Campagna “Abiti puliti”, “on sono ancora riuscite a predisporre adeguati finanziamenti per risarcire le vittime e i familiari dei 1.138 morti”.

Era il 24 aprile 2013 quando il crollo del Rana Plaza, aveva strappato la vita di oltre 1100 lavori locali, costretti a lavorare in condizioni disumane per i giganti dell’industria tessile globale. Nel palazzo di Dacca si trovavano il laboratori di aziende a cui era stata appaltata a costi irrisori la manifattura dei capi d’abbigliamento da parte delle grandi multinazionali del settore. 28 i marchi che avevano parte della produzione nel Rana Plaza, tra cui Mango, El Corte Inglés, Primark e anche Benetton.

Secondo l’organizzazione è a rischio anche l’ecosistema locale perché “la coltivazione richiede molta acqua, che sarà prelevata in parte dal lago di Guiers, un bacino idrico fondamentale per un Paese che sta lottando contro la desertificazione”. ActionAid ha pubblicato un report che ricostruisce la vicenda e ha lanciato una petizione indirizzata proprio all’amministratore delegato della ditta, Giovanni Tampieri, per interrompere l’attività. L’azienda, contattata da ilfattoquotidiano.it, fa sapere che “il progetto cercherà di rendere minimi i danni”.

Stop alle trivelle in tutta l’Emilia Romagna, ma solo per quanto riguarda i nuovi permessi di ricerca. Per chi invece il via libera a individuare o a coltivare idrocarburi l’aveva già ricevuto, non ci sarà nessuna revoca.

“Non è possibile escludere” un collegamento tra le attività estrattive e i terremoti che nel maggio del 2012 colpirono Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Sarebbero queste le conclusioni dell’indagine condotta dalla commissione internazionale Ichese, incaricata nel 2012 dalla Protezione civile, su richiesta del commissario alla ricostruzione Vasco Errani, di fare luce sulle possibili relazioni tra le attività di esplorazione per la ricerca di idrocarburi e l’aumento dell’attività sismica nel territorio dell’Emilia Romagna.

L'immigrazione clandestina è un fenomeno attualissimo, come dimostrano Andrea Di Nicola - docente di criminologia all’Università di Trento - e Giampaolo Musumeci, giornalista, fotografo e videoreporter, che hanno percorso un lungo viaggio in molti paesi dell'Europa e dell'Africa per far emergere le testimonianze dei protagonisti, i cosiddetti trafficanti di uomini, che nel libro-inchiesta raccontano la loro vita, la loro prospettiva e i metodi per far valicare illegalmente le frontiere a migliaia persone.

Una comunità guarani del Brasile è riuscita a tornare in una piccola parte della sua terra ancestrale costringendo l’allevatore che se ne era impossessato ad andar via.

La crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 2007-2008 ha provocato un cambio di tendenza degli investimenti nel settore agricolo. 

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