Ambiente

Le foreste al limite

Un mare di plastica

Una trivella e due nuovi pozzi per Ancona

Le foreste al limite

A trent'anni dal primo tentativo di salvataggio promosso dalla FAO, le aree tropicali subiscono ancora la deforestazione, a causa dell'agricoltura e dell'allevamento intensivi e delle piantagioni di palma da olio.

Un mare mediterraneo di plastica

Caldo, denso e con un solo sbocco: il Mediterraneo è la trappola per almeno 1.000 tonnellate di microplastiche galleggianti, che ne attentano la biodiversità. In queste settimane, e fino al 21 agosto, l'equipe di Expédition M.E.D.

Una trivella e due nuovi pozzi per Ancona

Secondo i dati del terzo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio (Infc), l’Italia si sta velocemente avvicinando alla cifra record di 11 milioni di ettari di superficie boschiva, con un aumento di oltre 600mila ettari rispetto all’ultimo rilevamento ufficiale risalente al 2005.

Uno dei fenomeni più eclatanti degli effetti del consumismo, della cattiva gestione del ciclo integrato dei rifiuti e del pessimo riutilizzo delle risorse naturali tramite riciclo è senza dubbio l’insieme delle isole di plastica che galleggiano nella parte orientale del nord e del sud Pacifico.

Una conversione ambientale "inconsapevole" fa ottenere all'Italia la leadership nelle trasformazioni green dell'economia superando la Germania, tradizionalmente considerata il campione in questo settore. Nel 2014 la Penisola emerge nettamente, sotto tutti i profili, come un Paese che consuma meno risorse, meno energia e produce meno emissioni.

“Sostenibilità e innovazione” recita lo slogan della 3M, noto produttore dello Scotch. Ma l’associazione ambientalista americana ForestEthics ha pubblicato un dettagliato rapporto, accompagnata da una serie di schede grafiche, che espongono la distruzione dell’ambiente da parte della 3M in tutto il mondo. Dai Post-it allo scotch, la 3M è legata alla deforestazione in tutto il mondo, a cominciare dagli Stati Uniti, al Canada , alla Russia, ai paesi Stati baltici, alla Scandinavia, al Brasile e all’Indonesia.

Nonostante la crisi, è ancora da record il consumo di suolo nel nostro Paese. Ma non è solo colpa dell’edilizia. In Italia si consuma suolo anche per costruire infrastrutture, che insieme agli edifici ricoprono quasi l’80% del territorio artificiale (strade asfaltate e ferrovie 28% - strade sterrate e infrastrutture di trasporto secondarie 19%), seguite dalla presenza di edifici (30%) e di parcheggi, piazzali e aree di cantiere (14%).

A sostenerlo sono anche scienziati ed economisti, come Jeremy Rifkin il quale lancia un messaggio forte e chiaro: per salvarsi, il mondo ha bisogno di una rivoluzione vegetariana. I dati, del resto parlano chiaro. Sulla terra ci sono più di 7 miliardi di persone, ma secondo la FAO solo il 20% può nutrirsi in modo adeguato. Il 26% del Pianeta è invaso dagli allevamenti animali che ogni anno producono oltre 1500 miliardi di tonnellate di deiezioni, responsabili per l'emissione del 18% dei gas serra, mentre l'uso dei veicoli ne produce il 14%.

Le maggiori Associazioni ambientaliste lanciano l’allarme.

I cinguettii di cardellini, dei cormorani o delle civette; lo scorrere languido dei ruscelletti o il dolce dimenarsi delle fronde al vento. Tutte queste sensazioni di pace, benessere e relax naturale potrebbero essere ben presto ammutolite dal rumore artificiale dei rombi dei motori. O almeno questo è quello che – in soldoni – può sancire la Proposta di Decreto Legge (PDL) numero 124.

Le chiamano “bestie con la pelle di metallo”. E mentre le ruspe avanzano e mangiano la loro terra, gli Ayoreo scappano lasciandosi alle spalle i relitti di case e villaggi.

Il museo è il primo in Europa a denunciare i reati che deturpano l’ambiente: «Questa struttura, unica nel suo genere, svolgerà un ruolo educativo molto importante per la cittadinanza, in particolare per i più giovani», ha detto Martina.

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