Ambiente

Le foreste al limite

Un mare di plastica

Una trivella e due nuovi pozzi per Ancona

Le foreste al limite

A trent'anni dal primo tentativo di salvataggio promosso dalla FAO, le aree tropicali subiscono ancora la deforestazione, a causa dell'agricoltura e dell'allevamento intensivi e delle piantagioni di palma da olio.

Un mare mediterraneo di plastica

Caldo, denso e con un solo sbocco: il Mediterraneo è la trappola per almeno 1.000 tonnellate di microplastiche galleggianti, che ne attentano la biodiversità. In queste settimane, e fino al 21 agosto, l'equipe di Expédition M.E.D.

Una trivella e due nuovi pozzi per Ancona

“Siamo orgogliosi di svelare una nuova e potente Visione globale frutto di una miriade di voci, che sfida l'industria cartaria indicando pratiche più sostenibili” sostiene il comunicato stamp della rete Environmental Paper Network (EPN).
http://www.environmentalpaper.eu/2014/06/17/our-new-global-paper-vision/

Il consiglio internazionale di coordinamento del Programma MAB, nel corso della sessione in corso di svolgimento a Jönköping, in Svezia, ha approvato l'iscrizione della Sila come 10° Riserva della biosfera italiana nella Rete mondiale dei siti di eccellenza dell'UNESCO. Il risultato è stato subito commentato anche dal ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti: "Sono orgoglioso per il riconoscimento dell'eccellenza naturalistica italiana che giunge dall'Unesco.

Il fatturato sempre altissimo nonostante la crisi, ha sfiorato i 15 miliardi di euro grazie al coinvolgimento di numerosi clan (ben 321) che per i loro traffici hanno potuto contare spesso sull’aiuto di funzionari e dipendenti pubblici consenzienti o decisamente disonesti che hanno semplificato iter e processi autorizzativi in cambio di sostanziose mazzette. E se l’aggressione ai beni comuni continua senza sosta e senza troppi scossoni, cambia la geografia degli ecocrimini, sempre più

Infatti, in  attuazione di quanto previsto nella legge di stabilità 2014, il ministero dell’ambiente ha avviato l’iter per la creazione delle Amp del Conero, sul litorale adriatico vicino ad Ancona, di Torre Calderina in Puglia sulla costa barese tra Bisceglie e Molfetta, di Capo Testa-Punta Falcone, in Sardegna accanto a Santa Teresa di Gallura, e di Capo Milazzo in Sicilia.

Il clima in Italia è, regolarmente, sotto traccia. Se va bene. E se va male si prova non più a negarlo come gli anni passati, ma a smussarlo per depotenziarne gli effetti mediatici. E a forza di voler strafare ecco che si arriva al paradosso. È successo al Corriere della Sera il 1° aprile 2014 dove, a pagina 23, si dava notizia della pubblicazione del V Rapporto sul cambiamento climatico dell’Intergovernative Panel on Climate Change (Ipcc) delle Nazioni Unite.

Il professore Rignot coordina un programma di ricerche sull’evoluzione dei sei chiacciai che si buttano nel Mar di Amundsen (riva occidentale del continente antartico). La regione ha la forma di una ciotola, aperta dalla parte dell’oceano. Lo zoccolo roccioso sul quale i ghiacciai avanzano è situato sotto il livello del mare e non presenta asperità significative, capaci di frenarli. Per il riscaldamento delle acque, lo strato di ghiaccio va assottigliandosi verso il bordo della ciotola.

L'idea del World Ocean Day nasce nel 1992 per volere del governo del Canada in occasione del Vertice della Terra di Rio de Janeiro. Dopo la risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvata nel dicembre 2008, la Giornata Mondiale degli Oceani viene ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite l'8 giugno di ogni anno.

L'evento, nato nel 1972 per volontà dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, si pone l'obiettivo di incoraggiare la consapevolezza di tutto il mondo verso la tutela ambientale.

Roma, 3 giugno 2014 - La FAO ha sollecitato oggi i paesi a migliorare la raccolta di dati e la ricerca per promuovere la conservazione e la gestione sostenibile delle risorse genetiche forestali del mondo, che sono sempre più sotto pressione.

Il 3 e 4 giugno a Londra è in programma una Conferenza internazionale sul tema del biodiversity offsetting, ovvero -secondo l’associazione Re:Common, che pubblica un approfondimento sul tema- sulla “licenza di distruggere”.

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