Clima

Dall'Onu nuova bozza di accordo sul clima in vista della Cop 21

Nuovo report del WWF: "Ghiaccio bollente: nelle mani dell'uomo il pianeta si scioglie"

Sta arrivando El Niño, e sarà “sostanzioso”

Dall'Onu nuova bozza di accordo sul clima in vista della Cop 21
Sta arrivando El Niño, e sarà “sostanzioso”

Si dovrà attendere dolo il 2030 perché le emissioni di CO2 possano calare. In particolare, si prevede che tra il 2010 e il 2030, le emissioni mondiali di CO2 correlate all'energia saliranno a livello globale di circa il 25%, per poi scendere del 5% tra il 2030 e il 2040. A dirlo è l'Energy Outlook di ExxonMobil, che sostiene che che nel 2040 si prevedono emissioni di sei miliardi di tonnellate superiori rispetto al 2010.

«Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalle notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte, le grandi strategie».

Come ogni anno, puntualmente come se fosse il 25 dicembre per il Natale o il 15 agosto per il Ferragosto, in occasione della ricorrenza dell'€™entrata in vigore del Protocollo di Kyoto (16 Febbraio), appaiono articoli sulla stampa nazionale che fanno riferimento a questo importante evento.

Rispetto al 1990, nel 2014 le emissioni di gas di serra dell'Italia sono state ridotte del 20% , quasi 110 MtCO2eq in meno e di poco meno di 170 MtCO2eq rispetto al picco del 2005.

Lo scorso novembre l’UNEP (United Nations Environment Programme), il principale organismo internazionale dedicato ai temi dell’ambiente ha pubblicato e diffuso l’annuale rapporto in materia di danni ambientali oggi esistenti a livello mondiale, fornendo, inoltre, un’attenta valutazione dei cosiddetti risk assesment, rischi, cioè, che presto potrebbero tradursi in altrettanti danni, a scapito della salute dell’uomo e dell’ecosistema.

E grazie ai numeri appena trapelati da un documento riservato dell’Onu, la risposta sembra adesso più chiara e stupefacente di quanto non lo sia mai stata: solo lo 0,06 dei consumi globali, un’inezia. Il cambiamento climatico è in assoluto una delle maggiori emergenze che la società globale del XXI secolo si trova ad affrontare. L’evidenza scientifica al riguardo, come alla buona fetta di responsabilità umana per la tendenza al riscaldamento in atto, è resa ormai estremamente solida da una traboccante mole di dati.

Il riscaldamento globale è sempre più una realtà, lo dimostrano i dati. A sostenerlo sono gli scienziati dell’agenzia statunitense Noaa, la National Oceanic and Atmospheric Administration, che hanno suonato l’allarme pubblicando le loro rilevazioni sull’anno in corso. Rivelazioni tutt’altro che incoraggianti. Siamo infatti sulla buona strada per stabilire un nuovo record: quello dell’anno più caldo di sempre.

Tagliare le emissioni climalteranti del 40% entro il 2030 come proposto dalla Commissione Europea significherebbe fare “troppo poco, troppo tardi”. Ne è convinto il Prof. Jim Skea, vice presidente del gruppo di lavoro economico del Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, meglio noto come IPCC.

Sono questi i risultati del rapporto del Norwegian Refugee Council’s Internal Displacement Monitoring Centre e sono alquanto inquietanti.

Il viaggio di Daniele Pernigotti da Venezia a Compenaghen è iniziato. Sono quasi 2000 i chilometri che il giornalista ambientale percorrerà in bicicletta dall' Italia alla Danimarca, dove il 31 ottobre l’IPCC, il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico dell’Onu, presenterà l’ultimo volume del suo atteso rapporto.

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