Economia e Finanza

Think Green Ecofestival: a Roma in partenza la quinta edizione

Sharewear: moda sostenibile e condivisa

A Davos il World resources forum: la via dell’economia circolare alla produttività

Think Green Ecofestival: a Roma in partenza la quinta edizione

Il festival green della Capitale ritorna con un doppio appuntamento: 21 e 22 maggio alla città dell'altra economia, 11 e il 12 giugno al Monk . Riserva naturale Teverefarfa sarà tra i principali partner dell'edizione di maggio.

Sharewear: moda sostenibile e condivisa

Con l’obiettivo di promuovere uno stile alla moda più sostenibile, la Svezia lancia ShareWear, una collezione di capi di tendenza, disponibili per essere condivisi: si possono prendere in prestito, gr

A Davos il World resources forum: la via dell’economia circolare alla produttività

Obiettivo, riunire i decisori internazionali per raggiungere un uso sostenibile delle risorse naturali. L’attività estrattiva a rischio raddoppio in 15 anni. L’Italia come si muove?

"La globalizzazione è mercificazione". Peggio: "Il libero scambio è come la libera volpe nel libero pollaio". E ancora: "L'Expo è la vittoria delle multinazionali, non certo dei produttori". Serge Latouche, francese, classe 1940, è l'economista-filosofo teorico della decrescita felice, dell'abbondanza frugale "che serve a costruire una società solidale". Un'idea maturata anni fa in Laos, "dove non esiste un'economia capitalistica, all'insegna della crescita, eppure la gente vive serena".

Un mese fa Ben Hatfield  si era dimesso da amministratore delegato della Patriot Coal Corporation, una delle più grandi imprese carbonifere statunitensi, ed ora il gigante del carbone annuncia la bancarotta a causa di «Condizioni di mercato difficili». Un fallimento annunciato e preparato, secondo lavoratori, sindacati e ambientalisti.

In Sicilia, pochi uomini, senza risorse finanziarie, sono stati capaci di raccogliere oltre 10.000 firme per una proposta di legge popolare.
Io mi sono unito alla loro lotta in forma di associazione di promozione sociale.

Il Senato statunitense ha votato contro l’inizio del dibattito sul “Wyden-Hatch-Ryan trade promotion authority bill”, più conosciuto come “fast track”  che avrebbe dato al presidente Barack Obama l’autorità per istituire una  “corsia preferenziale” per mandare avanti il trattato Tpp, un accordo commerciale tra Stati Uniti ed altri 11 Paesi del Pacific Ring: Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam.

Produzione e consumi dell’energia stanno cambiando rapidamente. Ma il loro destino è ineluttabilmente vincolato alle risposte ai cambiamenti climatici.

La domanda di petrolio è rallentata e l’estrazione convenzionale di greggio è ormai stazionaria da una decina di anni. La sorpresa dello shale oil statunitense ha però modificato il mercato, inducendo una reazione da parte dell’Arabia Saudita che ha avviato una forte riduzione dei prezzi iniziata nella seconda parte del 2014 e che potrebbe continuare per qualche anno.

Di buon mattino accende le luci della bottega, controlla che tutti i volantini sul bancone siano a posto e avvia la cassa dopo aver accuratamente acceso la macchina che regalerà il primo caffè equo e solidale della giornata. Ecco che entra il primo cliente a cui proporre l’ultima campagna, o le informazioni sul prodotto (e sul progetto da cui proviene).

Lo scorso anno l’Italia ha pagato 2,76 miliardi di euro in meno di interessi sul debito pubblico, in particolare grazie agli interventi della Bce. Peccato che nello stesso anno le perdite e il passivo legati ai derivati siano saliti di circa il doppio, ovvero di 5,46 miliardi.

Predica bene, ma razzola male: non è la prima volta che lo scriviamo parlando dell'atteggiamento verso gli investimenti in fossili della Banca Mondiale. Nuovi dati confermano l'incoerenza della World Bank. Se da una parte la Banca da tempo rilancia l'appello ad eliminare i sussidi alle fonti fossili, dall'altro, nel 2014 ha stanziato 3,3 miliardi di dollari tra prestiti, fondi di garanzia e investimenti in progetti legati alle fossili.

Si chiama “prezzo sorgente” ed è il primo prezzo delle merci, quello al quale i produttori vendono i propri prodotti, un valore che spesso differisce di molto dal prezzo finale. “Nel costo finale di un prodotto c’è tutto il circuito dell’appropriazione della ricchezza e della catena gerarchica del prodotto – spiega Tonino Lepore, che da anni si sta occupando della questione  – se si adotta il prezzo sorgente si rendono visibili tutti i ricarichi del prezzo al consumo”.

La solvibilità delle imprese potrebbe essere minacciata in futuro dalla moltiplicazioni degli eventi meteorologici estremi

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