Alimentazione

Alimentazione sostenibile, CIWF lancia lo spot contro gli allevamenti intensivi

Che cosa mangeremo quando saremo 10 miliardi?

L'agricoltura circolare ama la terra e la biodiversità. In Italia la prima azienda ad applicarla

Alimentazione sostenibile, CIWF lancia lo spot contro gli allevamenti intensivi

No agli allevamenti intensivi degli animali e sì ad una scelta alimentare eticamente corretta e consapevole.

Che cosa mangeremo quando saremo 10 miliardi?

Che cosa mangeremo nel 2050 quando, secondo le proiezioni demografiche, saremo 10 miliardi di persone? A questa domanda cerca di rispondere il regista Valentin Thurn con 10 Billion - What's on your Plate?

Applicare i principi dell'economia circolare anche al settore agricolo puntando sul recupero delle risorse sottratte al terreno ma ancora in circolo: scarti delle industrie agro-alimentari, reflui civili, letame delle stalle.

Non si può parlare del futuro del biologico senza parlare dei Psr (Programma di sviluppo rurale) e del sostegno che la nuova politica di sviluppo rurale 2014-2020 ha riservato al settore, puntando all’obiettivo di raddoppiare, nei prossimi 7 anni, le superfici dedicate e il numero degli operatori agricoli coinvolti.
E’ quanto è emerso dal convegno di Cia-Confederazione italiana agricoltori e Anabio, la sua associazione per il biologico, organizzato a Matera.

Le parole pronunciate a Pretoria, in Sud Africa, da Paterson sono destinate a sollevare polemiche, ma intanto è l’ennesima espressione di una lobby che preme su più fronti senza mollare mai.

I cambiamenti climatici  mettono a rischio la sicurezza alimentare. Se ne parla in questi giorni al Salon de l'€™agricolture di Parigi, dove scienziati e studiosi cercano di delineare soluzioni che permettano ai sistemi agricoli di adattarsi ai cambiamenti climatici. Il tema della sicurezza alimentare è stato trascurato dai precedenti negoziati sul clima, ma non sarà alla Conferenza mondiale sul clima che si terrà a Parigi nel prossimo dicembre. 

Lo ha rilevato l'Ispra - l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - nel Rapporto da poco pubblicato, confermando di fatto quanto già scritto dalla rivista Science, che indica il nostro Paese come il maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie coltivata dell'Europa occidentale, con un consumo pari a 5,6 chili per ettaro ogni anno. Un valore doppio rispetto a quelli della Francia e della Germania.

Il Consiglio di Stato ha respinto venerdì il ricorso dell’agricoltore friulano e leader degli Agricoltori Federati Giorgio Fidenato contro la sentenza del TAR che aveva ribadito il no alla coltivazione di mais geneticamente modificato in Italia.

Più informatizzata, più giovane, con maggiore capacità di offrire lavoro. E' l'identikit dell'azienda biologica secondo il rapporto curato da Mipaaf, Inea, Ismea e Sinab presentato oggi in occasione della Biodomenica organizzata dall'Aiab (appuntamento principale a Roma, ai Fori imperiali).

L'acceso dibattito sugli ogm (vedi gli interventi su Repubblica di Vandana Shiva, Elena Cattaneo, Carlo Petrini,

Siamo di fronte a due crisi su scala planetaria: il cambiamento climatico e l’estinzione delle specie. I nostri modelli di produzione e di consumo hanno contribuito a entrambe queste crisi. E se non si interviene per ridurre le emissioni di gas serra potremmo sperimentare un catastrofico aumento della temperatura di 4°C entro la fine del secolo. Cambiamento climatico non significa però solo riscaldamento globale, ma anche siccità, inondazioni, cicloni e altri eventi estremi, che già stanno costando moltissime vite umane, come abbiamo visto pochi mesi fa in Jammu e Kashmir.

Stando a quanto riscontrato durante lo studio, condotto su 602 partecipanti al Western Australian Pregnancy Cohort Study, composto di due parti: una scheda di consumo alimentare all’età di 14 anni, divisa tra cibo sano e cibo tipico dell’alimentazione occidentale, a cui è seguito dopo 3 anni (età 17) una serie di test svolti al computer per la valutazione della prestazione cognitiva.

Secondo gli attivisti, non c’è città migliore negli USA di New York per abbracciare il veganesimo e il vegetarianismo senza doversi scontrare con una cultura alimentare ancora prettamente orientata verso il consumo di carne. A New York infatti si contano ben 140 ristoranti vegetariani, diverse industrie vegan-friendly e la prima scuola pubblica vegetariana.

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