Alimentazione

Alimentazione sostenibile, CIWF lancia lo spot contro gli allevamenti intensivi

Che cosa mangeremo quando saremo 10 miliardi?

L'agricoltura circolare ama la terra e la biodiversità. In Italia la prima azienda ad applicarla

Alimentazione sostenibile, CIWF lancia lo spot contro gli allevamenti intensivi

No agli allevamenti intensivi degli animali e sì ad una scelta alimentare eticamente corretta e consapevole.

Che cosa mangeremo quando saremo 10 miliardi?

Che cosa mangeremo nel 2050 quando, secondo le proiezioni demografiche, saremo 10 miliardi di persone? A questa domanda cerca di rispondere il regista Valentin Thurn con 10 Billion - What's on your Plate?

Applicare i principi dell'economia circolare anche al settore agricolo puntando sul recupero delle risorse sottratte al terreno ma ancora in circolo: scarti delle industrie agro-alimentari, reflui civili, letame delle stalle.

1) Ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Il fatto che il cambiamento climatico sia ormai un dato di fatto non significa rassegnarsi all’ineluttabile. L’agricoltura moderna è responsabile del 25% di queste emissioni, bisogna quindi agire per migliorare il nostro approccio alla terra, preservando le foreste ma anche evitando di sfruttare eccessivamente le terre già destinate alle coltivazioni, perché cambiare continuamente terreni aumenta il rilascio di CO2.

La Monsanto insieme ai suoi amici – l’industria biotech, i lobbisti, la stampa a gettone – continua a spingere per avere il monopolio alimentare mondiale attraverso la fornitura delle sue sementi. Un impero costruito su false fondamenta: la vita non può essere progettata e lavorata come fosse un iPhone.

I maggiori media stanno scrivendo che oggi l’Unione Europea ha trovato un accordo per restituire agli Stati membri la facoltà di decidere sulla coltivazione degli Ogm. E’ una gran balla. Le principali anticipazioni sono confermate: se uno Stato non vorrà la coltivazione degli Ogm sul proprio territorio nazionale, dovrà chiedere alle multinazionali delle sementi tipo Monsanto di essere esentato dagli Ogm. Significa che l’Ue subordina la politica e la sovranità nazionale agli interessi dei colossi economici.

La scrittrice statunitense, principale ricercatrice sulcarnismo Melanie Joy, il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, lo chef-scienziato Marco Bianchi, il presidente di Zero Waste Europe e vincitore del Goldman Environmental Prize 2013 Rossano Ercolini, il giornalista di Report Emilio Casalini, l’attrice Susy Blady, il giornalista e volto televisivo Antonio Lubrano, insieme ad amici storici del Festival come Massimo Cirri e Andrea S

Mentre il Consiglio di Stato ci mette al sicuro da rischio semine di Mais Monsanto 810 per il 2014 non accogliendo la sospensiva richiesta dall’agricoltore friulano e rinviando la decisione nel merito al 4 dicembre, lo scenario per arrivare ad un divieto definitivo di coltivazione di OGM nel nostro paese si sta complicando.

Assolatte, l'associazione di categoria dei produttori di latte e latticini, propone all'UNESCO di includere il latte animale nel "patrimonio culturale immateriale" dell'umanità. Ma perché mai, ci chiediamo, l'UNESCO dovrebbe prestarsi a fare da "cartellone pubblicitario" a un prodotto che porta vantaggi solo a chi lo vende e produce, non certo a chi lo consuma?

Esaminando le affermazioni di Assolatte, tese a sostenere che il latte animale sarebbe un "patrimonio", non è difficile dimostrare come esse siano del tutto infondate e la realtà sia ben diversa.

«Il problema degli organismi geneticamente modificati e dei relativi pesticidi è che non sono stati mai testati prima di essere rilasciati nell’ambiente. Questo ha comportato una crescente preoccupazione sia da parte dei consumatori che degli scienziati indipendenti per gli eventuali danni che ci potranno essere per la salute umana e per lo stesso ambiente».

Piccoli ingredienti, grandi rischi” è il titolo del nuovo rapporto dell’associazione ambientalista Friends of the Earth sulla diffusione dei nanomateriali negli alimenti. Rispetto al  documento del 2008, che segnalava otto nanomateriali presenti sul mercato statunitense, quello nuovo ne ha rintracciati 94,  utilizzati senza alcuna regolamentazione e senza alcun obbligo di indicare la presenza nell’etichetta.

Quello che costa una bistecca non è solo il prezzo da pagare al macellaio, ma una non più sostenibile agricoltura e allevamento di animali da cibo. Le cifre e le conseguenze si conoscono da tempo ma adesso una denuncia del Wwf porta alla luce un altro e alto prezzo da pagare: la deforestazione dell’Amazzonia.  

 

I dati  

Roma è il comune con la più vasta area agricola d’europa, addirittura 50mila ettari all’interno dei quali sono presenti decine di aziende. Alcune di queste, grazie alla continua espansione della città, sono ormai quasi inserite nel tessuto urbano e possono quindi consegnare i loro prodotti praticamente a km0.

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