Alimentazione

Alimentazione sostenibile, CIWF lancia lo spot contro gli allevamenti intensivi

Che cosa mangeremo quando saremo 10 miliardi?

L'agricoltura circolare ama la terra e la biodiversità. In Italia la prima azienda ad applicarla

Alimentazione sostenibile, CIWF lancia lo spot contro gli allevamenti intensivi

No agli allevamenti intensivi degli animali e sì ad una scelta alimentare eticamente corretta e consapevole.

Che cosa mangeremo quando saremo 10 miliardi?

Che cosa mangeremo nel 2050 quando, secondo le proiezioni demografiche, saremo 10 miliardi di persone? A questa domanda cerca di rispondere il regista Valentin Thurn con 10 Billion - What's on your Plate?

Applicare i principi dell'economia circolare anche al settore agricolo puntando sul recupero delle risorse sottratte al terreno ma ancora in circolo: scarti delle industrie agro-alimentari, reflui civili, letame delle stalle.

E' quanto emerge dal Dossier "Lavorare e vivere green in Italia" con la top ten dei cibi che inquinano di più, elaborato in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente proclamata dall'Onu e presentato al Nelson Mandela Forum di Firenze, dove sono giunti diecimila coltivatori provenienti dalle diverse regioni insieme al Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e ai Ministri dell'ambiente Gian Luca Galletti e dell'agricoltura Maurizio Martina.

È lo scenario immaginato dagli scienziati Cor van der Weele e Johannes Tramper, che su Trends in Biotechnology raccontano di un possibile futuro in cui ogni città o piccolo centro abitato ha la sua fabbrica per produrre carne, localmente e su piccola scala.

Sveliamo i retroscena dei sussidi nel settore agricolo.

Uno dei fattori più importanti che influenzano la produzione alimentare nazionale e mondiale è la quantità di denaro che i governi pagano in sovvenzioni agli agricoltori. Attualmente questo sistema è fortemente sbilanciato verso l'industria degli allevamenti, la zootecnia, rendendo così artificialmente basso il costo della carne.

L’EFSA Autorità europea per la sicurezza alimentare approva con parere favorevole la soia OGM MON87769 della Monsanto. Secondo il panel di esperti la soia transgenica è equivalente a quella convenzionale e non sono riconosciuti effetti negativi. Potrà dunque essere acquistata per essere usata sia nei mangimi animali sia per l'alimentazione umana.

Sull’etichetta, alla voce abbinamenti, si legge “Ben si accosta a pietanze diverse”. Niente brasati o formaggi per il vino rosso proveniente da vitigni cento per cento Pinot Nero e per gli altri (dallo Chardonnay, al Gewurztraminer, fino al Cabernet) prodotti della Cantina Aldeno, in Trentino.

Con il 61,5 per cento dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici è il peperoncino proveniente dal Vietnam il prodotto alimentare meno sicuro in vendita in Italia che, nel corso del 2013, ne ha importato ben 273.800 chili per utilizzarlo nella preparazione di sughi tipici come l’arrabbiata, la diavola o la puttanesca piccante e per insaporire l’olio o per condire piatti senza alcuna informazione per i consumatori.

“Ma che cosa mai vuol dire nutrire il pianeta?” A lanciare la provocazione è Maurizio Crozza che nella puntata del 16 maggio del suo “Crozza nel Paese delle meraviglie” non risparmia una serie di battute ironiche sul titolo dell’EXPO che si terrà a Milano fra poco meno di un anno.

Roma, 8 maggio 2014 - Le condizioni meteorologiche in vari paesi e le tensioni politiche nella regione del Mar Nero hanno reso i mercati alimentari più volatili, segnala la FAO nel nuovo Food Outlook (Prospettive Alimentari) pubblicato oggi .

Nelle sue prime anticipazioni per il 2014, la FAO prevede una produzione cerealicola di 2.458 milioni di tonnellate (compreso il riso lavorato), un calo di circa il 2,4 per cento rispetto alla produzione record del 2013, anche se la produzione globale dovrebbe ancora essere in termini di quantità la seconda mai registrata.

La nostra vita quotidiana, a ben guardare, è tutta una dimostrazione del fatto che noi occidentali (e oramai non solo noi) viviamo ben al di sopra di quanto ci possiamo permettere, vivendo in un pianeta finito, ossia di quanto madre Terra è in grado di sostentarci.

Ma ci sono alcuni segnali che davvero indicano non solo quanto sprechiamo in risorse, ma anche quanto siamo profondamente stupidi.

Il 98 per cento dei campioni conteneva residui di insetticidi, erbicidi o fungicidi. Molti campioni erano contaminati da un "cocktail" di pesticidi diversi. Insetticidi ritenuti pericolosi per le api sono stati trovati in 68 piante (il 79 per cento dei campioni).

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