3 milioni di firme contro il TTIP |
Accordo TPP - Ambiente e clima in svendita? |
"La guerra non è un incidente, né una fatalità, ma il risultato di un sistema economico predatorio e ingiusto" |
Non solo la terra, ora anche il mare diventa sempre più un affare privato. Dopo l'era del cosiddetto land grabbing (l'accaparramento di terreni soprattutto nei paesi poveri per la coltivazione intensiva e l'attività mineraria) sembra infatti scoccata quella dell'ocean grabbing, con speculatori sempre più attivi nello sfruttamento (spesso) insostenibile dei beni comuni marini e sottomarini.
Domenica sera la trasmissione di RaiTre Presa Diretta ha trasmesso un ampio e documentato reportage sullo Sblocca Italia, concentrando l'attenzione su due aspetti che (molto immodestamente) noi di Ecoblog poniamo come centrali da diverso tempo, già da prima del decreto renziano: le estrazioni petrolifere in Basilicata ed in Sicilia e l'impa
Italia capofila nella certificazione europea degli impianti che trattano i rifiuti elettronici (Raee): Ecodom, Ecolight, ERP Italia, RAEcycle e Remedia, cinque consorzi che gestiscono complessivamente oltre l'80% dei Raee prodotti in Italia, hanno, infatti, aderito al progetto Weeelabex per la creazione di regole e standard omogenei in tutta Europa nella gestione e nel trattamento dei rifiuti elettronici.
Greenpeace ha appena pubblicato un nuovo video che prova la massiccia deforestazione da parte del gigante cartario Asia Pacific Resources International Limited (APRIL). Il video è stato girato in Kalimantan, nella parte indonesiana dell'isola di Borneo, e mostra le ruspe della APRIL che distruggono sistematicamente la foresta pluviale.
La volontà di rendere le moschee sostenibili non è proprio una novità.
Scrive il Presidente ai senatori:
Scarichi urbani e industriali sono da sempre un problema per fiumi, laghi e mari. Per non inquinare da sempre l'uomo si è dovuto ingegnare per dare vita a sistemi di depurazione efficaci, che garantissero non solo la pulizia delle acque, ma anche la sopravvivenza di chi le abita.
I lavori per la realizzazione del mega impianto idroelettrico di Ilisu, nel Kurdistan turco, vanno avanti in un clima di estrema tensione. Dopo lo stop dei lavori verificatosi lo scorso agosto, quando il rapimento di due dipendenti di società appaltatrici da parte di esponenti del People’s Defending Forces kurdo (HPG) ha provocato le dimissioni di tutti gli operai impegnati nella realizzazione della diga, le attività sul sito interessato sono riprese a dicembre. Ovvero quando sono stati messi sotto contratto centinaia di lavoratori non curdi provenienti da altre provincie turche.