Economia e Finanza

3 milioni di firme contro il TTIP

Accordo TPP - Ambiente e clima in svendita?

"La guerra non è un incidente, né una fatalità, ma il risultato di un sistema economico predatorio e ingiusto"

3 milioni di firme contro il TTIP

Dal 10 al 17 ottobre, forti dei 3 milioni di firme raccolte in tutto il continente, centinaia di migliaia di persone scenderanno in piazza per chiedere linterruzione dei negoziati sul TTIP e gli altri accordi di libero scambio.

Accordo TPP - Ambiente e clima in svendita?

Secondo lo studio, che si occupa anche dei siti della rete Natura 2000 e delle aree marine protette, c’è un “effetto parco”, «ovvero una maggior capacità di creazione di ricchezza e benessere da parte delle imprese localizzate nelle aree soggette a  tutela ambientale. Non a caso, tra il 2011 e il 2013, il valore aggiunto prodotto all’interno dei Parchi nazionali è diminuito “solo” dello 0,6%, mentre nel resto dell’Italia la variazione negativa è stata tre volte superiore (-1,8%)».

Grazie a Sam Stein di Huffington Post che ha spulciato Youtube, potete vedere qui quattro diversi presidenti degli Stati Uniti che annunciano il tradizionale bombardamento dell'Iraq.

Senza scendere nei dettagli (cosa che potrete fare negli articoli che vi suggerirò), la linea generale di questi accordi va a limitare le normative sulla salute, sulla sicurezza alimentare e sull’ambiente, tutto ciò con l’unico scopo di stimolare gli scambi commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea.

“Se approvate, ci sarà una ricaduta negativa nel trattamento delle popolazioni indigene” ha detto Joan Carling, segretario generale del Patto per i popoli indigeni dell’Asia (Aipp).

Le conseguenze le conosciamo: mina l’equilibrio tra utilizzo umano del suolo e ambiente, spinge alle migrazioni aggravando affollamento urbano e povertà, erode culture ed economie locali e, quando la terra viene destinata a coltivazioni per l’esportazione o biocarburanti, minaccia la sicurezza alimentare di chi quelle terre le vive. Ma di che cosa parliamo esattamente? Qual è l’incidenza? Approfittiamo di una bella ricerca a cura del quotidiano Avvenire per darvi qualche numero e inquadrare meglio la dimensione del problema.

Se la retorica di Matteo Renzi sulla privatizzazione della società partecipate dagli enti locali fa i conti con i numeri di Equita Sim, società che si occupa di consulenza finanziaria e azionaria, il bluff del governo sui reali beneficiari delle future scelte delle esecutivo appare evidente: non è certo, come sostiene Renzi, che si va a "sfoltire" (ridurre il numero delle aziende, le "sedie" nei consigli d'amministrazione) per risparmiare, ma è certo che l'eventuale obbligo di dismissione azionaria imposto a Comuni e Province favorirà ACEA, A2a, HERA, IREN, cioè le 4 grandi utilities quotat

L'efficienza energetica non fa bene solo perché riduce i consumi e le emissioni, aumenta la sicurezza energetica, crea occupazione sul territorio e stimola l'innovazione. Le soluzioni che fanno risparmiare energia, infatti, hanno anche altre ricadute positive: ad esempio una casa energeticamente efficiente è quasi sempre un'abitazione più sana e più confortevole e una fabbrica in cui si ottimizza la gestione dell'energia è quasi sempre più produttiva.

 

In occasione del Convegno "Investing for the Poor", apertosi ieri in Vaticano, promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace per individuare vie attuali e praticabili verso una maggiore equità sociale, il Papa ha ricevuto in udienza i partecipanti rivolgendo loro un discorso tutt’altro che banale.

E’ una mossa senza precedenti per l’industria delle automobili. In parte c’era da aspettarselo, come vuole la tradizione del nome della sua azienda: Nikola Tesla era infatti un ingegnere elettrico, inventore e fisico serbo naturalizzato statunitense conosciuto per il suo lavoro straordinario ed i suoi numerosi contributi nel campo dell’elettromagnetismo tra la fine dell’ottocento ed gli inizi del novecento, inventore della corrente alternata e promotore dell’idea dell’energia libera per tutti.

Intimidazioni, prigione, morte: sono queste le minacce che ogni giorno i sindacalisti e i semplici lavoratori devono affrontare in molti Paesi del mondo, dove sono privati dei diritti di base come le assenze per malattia, l’equa retribuzione e condizioni di lavoro umane.

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